

NOTA DI ATTUALITÀ
------------------------- d i G U I D O G U I D I ----------
IL GIARDINO REALE
Una delle caratteristiche topografiche della nostra
utta, ben nota a lutti i torinesi e che balza sub to agli
occhi del forestiero il quale dia uno sguardo, anche
solo superficiale, alla pianta di Torino (oltre alla
struttura a scacchiera del centro cittadino con le vie
dritte intersecanti ad angolo retto, oltre alla grande
abbondanza di viali alberati, di piccoli e vasti giardini
sparsi un po' dappertutto» è costituita da quella
grande macchia verde, che occupa tutta la zona
immediatamente a nord di Piazza Castello, che sta
ad indicare, sulla pianta, il giardino annesso al
Palazzo Reale. Si tratta di un pregio che e assai raro
riscontrare in altre- città: basti pensare a Milano, a
Bologna, a Vienna. Un parco di tale ampiezza, di tale
bellezza e comodità, bello e antico, situato nel pieno
groviglio delle abitazioni del centro, rappresenta un
vantaggio meraviglioso dal punto di vista igienico,
sociale, estetico, topografico, urbanistico. Farebbe pen
sare a! Central Park di Nuova York, oasi di verde-
sepolta nel più folto dei grattacieli di ferro e cemento.
« Ch ssa come ne saranno soddisfatti i torinesi,
chissà come se lo godono, come sara frequentato! »
esclameranno spontaneamente
1
forestieri, coloro che
ancora non conoscono la nostra bella citra.
Invece... La situazione realistica e inutile descri
verla; tutti noi torinesi, la conosciamo altrettanto
bene, quanto pcxo conosciamo il Giardino reale, nel
quaie, in media, saremo entrati si e no, tre o quattro
volte nella nostra vita, in occasione di qualche mani
festazione, per lo più a pagamento. Poiché la realta
e proprio questa; realta incredibile e assurda: che
que! giardino cosi bello, cosi vasto, cosi utile-, è
ermeticamente chiuso, vieraro al pubblico, e rimane
li a pesare sui bilanci per le necessarie cure dei giar-
36
cimieri, i quali, tra l’altro, debbono lavorare ad estir
pare le erbacce che crescono nei suoi immensi viali
deserti.
Sono ormai sette anni che il palazzo ed il giardino
sono diventati proprietà esclusiva dello Stato, l'espe
rienza ha dimostrato che ne palazzo ne giardino pos
sono avere una utilizzazione economica purchessia,
che bisogna tenerli come sono e ricavare da essi
quanto possono dare nel loro stato attuale, eppure
non si e ancora riusciti a trarne il minimo vantaggio
a beneficio della popolazione.
E
questo non già perche nessuno se ne sia occupato!
Al contrario. È stato una delle prime preoccupazioni
personali dell’attuale sindaco, Amedeo Peyron, con
vinto della assoluta necessita di venire a capo di una
cosa tanto logica e naturale, di eliminare un para
dosso così palese e stridente. Chi ha assistito però alla
seduta del Consiglio comunale, durante la quale- il
Sindaco stesso ha fatto una relazione (in seguirò ad
una interrogazione) sul l’opera da lui svolta al ri
guardo. ha riportato una impressione veramente pe
nosa. È stata la sua, una vera via cruc-s, un pellegri
naggio da un ufficio ad un altro, da un Ente ad una
Intendenza, da un Ministero a una direzione; ne è
scaturita la più impensabile, la più preoccupante illu
strazione degli eccessi cui può giungere la burocrazia
e-il palleggio di competenze, incompetenze e contro-
competenze che ha avuto come esito finale, l’arena
mento. l'insabbiatura, la paralisi di qualsiasi movi
mento. Da una parte un uomo: il primo cittadino
di Torino, una persona, una personalità che agisce;
dall'altra Enti astratti rappresentati da persone con
crete che, anche volendolo forse-, non possono agire
e la cui opera si risolve unicamente nel resistere al-