

EFFEMERIDI PIEMONTESI
PER IL MESE DI NOVEMBRE
di OAVIDE G IOVANN I CRAVERO
«
Ctoche d') mort sona, sórte, sórte
«
en mes a l'aria silenssiósa. scura.
«
fé senti vostra t ós. sóne ben fort:
«
sta setra i vii devo pensseie ai mort
».
Così Alberto Viriglio: si può dire che da millenni
ormai, l'umanità in questo mese si raccolga nella
ricordanza dei trapassati. Infatti se già dal set. IV
presso i popoli cristiani era di precetto recitare ora
zioni speciali per i defunti, e se la data odierna della
commemorazione risale nientemeno che a S. Oddone
di Cluny, vissuto dall' 879 al 942, perfino gli antichi
Romani celebravano un sacrificio in onore dei Greci
e dei Galli che avevano tomba nel Foro Boario.
Anche la natura ha in Novembre qualcosa di
lugubre e di funereo nel suo aspetto: «
le piante si
fan scheletri
», cantava Giovanni Camerana, alluci
nato evocatore di nordiche lande brumose. È un
qualcosa, pero, chc stimola la fantasia con l irresisti-
bilità di una droga, s a essa la rozza fantasia dell’in
genuo campagnolo, ovvero quella del raffinato esteta
urbano.
Notte del 2 novembre: «
neuit J ’i unirne!
» Al
dodicesimo rintocco:
« .....................................
Le tómbe
«
as deurvó: e i mort a volò tuli via.
• e a couró. a couró. cóm un strt/up d'colómbe,
«
ognun
p e r
visite la sóa famija
».
Riconoscete in questi versi la voce di Luigi Pie-
tracqua' E. sfogliando i canti di Costammo Nigra,
rammentate quella sfilata dei battaglioni dei caduti
Eroi dell’epopea quarantottesca che, allo squillare
delle trombe- di Goito, si snodano con passo cadenzati)
e compatto dinanzi al Loro vecchio Re, ne la muta
cripta di Superga.'
Abbeveratevi ai nostri vecchi poeti: udrete nella
loro voce la voce della forte razza piemontese che
li
genero! Una razza che nelle antiche leggende, nella
pratica costante delle pie consuetudini, nel culto delle
gesta più gloriose ognora ritrova se stessa!
1 - Il 1 novembre 1391 Amedeo VII di Savoia,
il Conte Rosso, caduto da cavallo durante una bat
tuta al cinghiale, muore nel castello di Ripaglia: si
accusò di averlo avvelenato il medico Pietro di Stupi-
nigi, che, sebbene innocente, venne messo a morte.
Il tragico fatto ispirò a Giuseppe Giacosa un dramma
in versi, «
Il Cotite Rosso
», rappresentato nel 1880.
2 - Giovedì 2 novembre 1848, esce a Torino
il primo numero dell’estroso bisettimanale umoristico
• Il Fischietto
». Sorto per merito dell’avv. Vineis,
accolse scritti di Desiderato Chiaves, Carlo Avai le.
Luigi Pietracqua, Federico Garelli, e fu illustrato da
caricature del Teja, dell’Ansaldi
(Dalsani),
e del Cal
ieri
(Caronte).
Cesso le pubblicazioni l’i l maggio
dell anno 1891.
Nel 1889 muore a Torino la Baronessa Olimpia
Savio, nata nel 1815, gentildonna di alto sentire,
valente letterata, che ci lasciò due volumi di «
Me
niorn
», pubblicate postume, colme di preziosissime
testimonianze sulla vita della Metropoli subalpina
nei g orni del travaglio risorgimentale. La Savio visse
intensamente quei giorni di passione, accogliendo nel
suo salotto i più eletti ingegni da Giovanni Prati, al
Tommaseo, al Nigra, al C brano, al Paravia, al
Mancini, al Sanvitale, al Mamiani, al Ricotti, al Gor-
resio. ed offrendo in olocausto alla Patria la vita dei
suoi due figli, Alfredo ed Emilio, caduti, il primo
sotto le mura di Ancona il 28 settembre 1860, ed il
secondo all'assedio di Gaeta il 22 gennaio 1861.
Alla memoria di entrambi venne conferita la Medaglia
d’Oro al V. M.
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3 - Il 3 novembre 1855 nasce a Torino Enrico
Rcycend, artista nobilissimo. Formatosi sul gusto del
Corot, dell'Avondo, del Carcano coltivò con vibrante
lirismo la p'ttura paesistica. Mori nel 1928.
Nel 1876 muore ad ottantun’anni, in Torino.
Ceditore Giuseppe Pomba. I Torinesi gli debbono la
fondazione della Biblioteca Civica, e gli italiani ia
pubbltcaz one di opere improntate ai migliori intenti
patriottici
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