

Si pensò poi che in queste proiezioni creative l’a r
tista potesse anche dar vita a figure, veri soggetti,
realizzazione di pure forme: un qualche cosa di con
creto. al quale i concretisti, che da questo concreto
trassero il proprio nome, negano ogni possibilità di
riferimento ad un vero naturale, mentre le loro espres
sioni geometriche tendono a chiarirsi in armoniche
composizioni destinate a tradursi in impulsi spirituali,
comunicabili agli osservatori.
Mentre i Moreni. i Vedova, Zao-Wou-ki (di Pe-
kino). Cannassi. Morlotti ed altri tendono all'astrat
tismo. ci sembra che Lattes. Manessier. Singer. Sou-
lages. Hartung. Coqxira. Guglielminetti. Nejad. Gal
vano. Davico. Bissier. Badice. Beggiani possano es
sere considerati tra i concretisti: una distinzione, ci
sembra, che può anche variare da opera ad opera,
senza che gli artisti possano neppur averne coscienza,
tanto misteriosi |iossono esse-re nell’inconscio i residui
di un vero, di una natura, alla cui presenza, credia
mo. basterebbero i vivi elementi atavici che ciascuno
|K>rta in sè.
Di altri si dov rebbe ancora fare il nome. ma. L'Olile
pure per quelli poc’anzi citati, servirebbe a ben
p o c o ,
senza il potersi riferire ad almeno una illustrazione:
non mancheranno d ’altra parte nuove occasioni per
approfondirne le personalità e il linguaggio.
l Tn rapido bilancici della sala dedicata al Bianco e
Nero (otto francesi o considerati tali, e altrettanti ita
liani) vedrebbe nei primi, con Adam. Courtin. Flo-
con. Friedlaender, Le Moal. Vieillard un prevalente
indirizzo verso forme astratte o addirittura concrete,
con una vena di surrealismo in Flocon; a parte. Bigal
ed i modi espressionistici di Chou-Ling (di Nankino).
Figurativo, invece l’indirizzo degli italiani: Barto-
lini. dalla tecnica anche complessa negli intrichi delle
sue linee, ma che pochi tratti risolutivi bastano a
chiarire; Ciarrocchi che si esprime con semplici linee,
ora più ora meno dense, talvolta appena intrecciati*;
Donna affida la solidità dei suoi oggetti e l’evane
scenza dei suoi effetti luminosi all’unico graduale
addensarsi o rarefarsi di fitti reticolati; Galante, sem
pre vivo nella contrastata modulazione della xilogra
fia; Zancanaro, già presente a Venezia nel ’52 con
questo stesso
Coro delle vecchie mondine di Ronco-
ferraro.
che tra le sue opere rimane una delle più
equilibrate e profonde (ed a Venezia ebbe allora il
Premio della Presidenza della Biennale); Treccani,
che indulge qui ad un neorealismo; e figurativi sono
in fondo anche Viviani. uno dei migliori incisori no
stri. che è portato ad evidenti soluzioni surreali e
metafisiche, e Maccari che, nella sua ironia grafica e
nello stesso grottesco, è vero maestro di espressività.
Se nel suo complesso la manifestazione ci è sem
brata riuscita, e notevolmente migliore delle due p re
cedenti non foss’ahro che per il notevolr
apporto
di
j
I I
Pian* iw lm « * Pelature - 2 Jda 1963
quelle personali che hanno contribuito ad elevarne il
livello, crediamo nostro dovere rilevare che in una
mostra di
pitturo (Toggi,
non doveva essere possibile
accogliere per esempio opei» ........ quelle di Mentor il
cui tipo ha già avuto da noi un momento di notevole
favore all’epoca delle decorazioni figurative di vaste
pareti auliche e ministeriali, quindici-vent’anni fa: o.
Mai (1163).
1
*