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Presentazione

Il volume di quest'anno

-

il quatto.rdicesimo. della erie

-

della «co.llana blu» dell'Archi–

vio. Sto.rico. della Città

è

dedicato. al

1848

a To.rino. e nel rapporto. di To.rino. co.n l'Italia e l'Eu–

ropa e costituisce un contributo. alle

celebrazio.ni

del 150° anniver: ario. dell'inizio. del no tro.

Risorgimento e al suo studio..

La «primavera dei po.poli», come i contempo.ranei

definiro.no

. ilI

4

,fu

un'e plo.

io.ne

di

entusiasmz; di speranze, di aspettative, che co.t·nvo.lse gran parte dell'Europa. Fu

lm

inter: e–

carsi di richieste di libertà politiche e civilt; di aspettative nazio.nali, di speranze ociali.

E

l'appassire di tale primavera nella seconda metà dell'anno. non fu la sconfitta di attese fuori

luogo; ma soltanto la prDvvisoria battuta d'arresto. di uno. sviluppo divenuto incomprimibile.

Il

'48

aveva infatti sancito definitivamente che l'idea di nazione, le atte e per una più

giusta distribuzione delle ricchezze erano o.rmai

fatto.ri

permanenti e ineludibili. I lempi di

affermazione furono diversi da paese a paese, ma da questi valori non si poteva più tornare

indietro.

TDrino non fu in secDndo piano. in tale processo europeo.. Era davvero un. intreccio di

Piemonte, Italia ed

Euro.pa

quello. che fermentava nelle menti e nei cuori dei torinesi as iepa–

ti il

14

gennaio nel tempio. della Gran Madre per rico.rdare le vittime fatte dagli austriaci a

Milano. e a Pavia durante lo «scio.pero del fumo.».

Co.sì

nel Consiglio. decurio.nale del

5

feb–

braio, quando fu deliberata la richiesta al re di una carta costituzionale e detta guardia civica.

CDsì nella manzfestazione di entusiasmo. la sera delt'8 febbraio per la promessa detto tatuto

e nella fDlla impDnente che partecipò alla festa nazionale del

27

febbraio cantando

rateUi

d'Italia.

Si giunse CDSt: sull'Dnda di una pressiDne inarrestabile, al

4

marzo, giorno della pubblica–

ziDne dello. Statuto. albertino, la cui successiva conservazione, nonostante la guerra perduta,

rese possibile il mantenimento. di quelle libertà politiche e civili e di quella forma costituzio–

nale che altrove furono. abrogate. Ciò consentì al regno di ardegna di porsi come polo di

attraziDne delle migliori energie politiche, culturali, scientifiche che dagli altri stati italiani

prendevano. la via dell'esilio.

E

permise alla capitale Torino di essere nel successivo decennio

il crogiuolo,

llluo.go

di amalgama nazionale, la palestra politica della futura classe dirigente

dell'Italia unita.

La

«mecca d'Italia», come alcuni immigrati la definirono, sarà in tal modo

il cuore pulsante del processo di unificazione dell'Italia, divenendone la capitale morale e

ideale prima di esserlo istituzionalmente.

Torino, dicembre 1998

Valentino Castellani, sindaco

di

Torino

Domenico Carpanini, VÌcesindaco

e assessore

all'

Archivio torico