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cumenti di una rifioritura umanistica sup erficial e più che
impeto interiore. di una giovanile coscienza. Dubbio e timi–
dezza erano infatti neIla tr oppo copiosa e densa mostra
Bolognese, sopratutto nei gioi eIIi, in molti mobili, in pa–
recchi ferri e in parecchi lavori di cuoio, ma da alcune
opere di pietra invece (come la sentimentale fontanina e il
vaso del Romagnoli), da Ile due canceIlate di ferro, da
molti ricami e rilegature e . iIlustrazioni del libro e da
altro ed altro spirava un vivace senso di originalità,
ordinata , equilibrata si, ma tutta moderna e, quel che più
monta, tutta italiana.
Al cospetto di tali resultati raggiunti
attrav~rso
una
così generosa e laboriosa evoluzione degna di storia, ed
esempio mirabile di frateIIanza fra artisti, industriali e
aristocra tici cittadini di un'aristocratica città deIl'arte, la
Giuria non poteva e non doveva starsene
indiffe~ente;
e
se uno dei suoi membri, fedele ai propri principii già
pubblicamente manifestati a proposito
deII'A emìlia Ars,
non avesse, con rispettabile coraggio, opposto il proprio
voto a queIlo di tutti, la Corporazione Artistica Emiliana
avrebbe toccato l'altissimo premio .attribuitole, non a
grande maggioranza, ma per unanime voto del CoIlegio
giudicante.
BASILE ERNESTO, architetto, Palermo.
Dipl oma d'onore ad unanimità.
Ecco un altro premio dotato di particolare valore, sia
per la Giuria che l'ha conferito, sia per l'artista che l'ha
meritato.
Degli architetti più poderosi che vanti oggi l'Italia,
più ricchi di virtù geniali e di studi austeri, Ernesto
Basile
è
senza dubbio colui che ha offerto il più chi ar o
esempio d'ardimento e la più limpida pruova di fede nei
nuovi ideali deIl'Arte Decorativa.
La nozione precisa dell'arte ant ica penetrata nel
suo inteIletto attraver so una personale speculazione sug–
geIlata in ben durabili opere, e la stessa veste uffi-