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              perata, restava da inferire se la forma integrale dei mo–
            
            
              bili del Bugatti fosse una studiata fantasticheria, o un
            
            
              elaborato stimolo offerto ai cercatori del
            
            
              
                nuovo
              
            
            
              rifuggenti
            
            
              dal gusto universale, ovvero una franca, sincera, leale
            
            
              espressione di un sentimento individuale spontaneo e
            
            
              possente. Tale esso fu ritenuto dalla Giurìa e ci duole
            
            
              di non paterne ora significare a parte a parte le ragioni ,
            
            
              fra le quali non fu trascurabile quella d'essere stato il
            
            
              Bugatti primo in Italia a immaginare anzi a sognare
            
            
              un mobilio moderno. Tale fu il motivo, adunque, del
            
            
              premio concesso in omaggio al principio sanzionato dal
            
            
              programma
            
            
              il
            
            
              quale lasciava agli espositori, nel concepi–
            
            
              mento dei loro
            
            
              
                saggi originali, la massima libertà di
              
            
            
              
                tendenze e di espressione.
              
            
            
              CERUTI UGO, fabbricante di mobili, Milano.
            
            
              Diploma d'onore a grande maggioranza.
            
            
              Principii certo assai dissimili nell'apparenza ma
            
            
              In
            
            
              sostanza non meno logici, rispetto allo spirito del pro–
            
            
              g ramma , ' di quelli onde venne assegnato il premio pre–
            
            
              cedente, indussero la Giurìa a concedere al Ceruti di
            
            
              Milano il diploma d'onore per i quattro fastosi ambienti
            
            
              da lui esposti a Torino.
            
            
              Se dai mobili del Bugatti balzava fuori un'originalità
            
            
              procace, quasi offensiva pel gusto mediano del pub–
            
            
              blico, negli ambienti più notevoli del Ceruti, esuberanti
            
            
              di rilievo e di colore, era un richiamo a quel
            
            
              
                tempera–
              
            
            
              
                mento nazionale,
              
            
            
              contemplato anch'esso nel programma
            
            
              come radicale virtù dell'arte decorativa moderna.
            
            
              Inoltre, se nella produzione del Bugatti, l'ideatore
            
            
              primo, il disegriatore e l'esecutore si riassumevano nel
            
            
              medesimo individuo, circostanza favorevole all'alta con–
            
            
              siderazione della Giurìa, nella Mostra del Ceruti veniva
            
            
              affermata l'altra notabilissima condizione, anch 'essa 'con–
            
            
              templata nel programma, di veder congiunti, cioè,
            
            
              
                agli
              
            
            
              
                industriali gli artisti
              
            
            
              in un comune organico lavoro.
            
            
              Accosto al Ceruti , infatti , cui era attribuita la conce-