Page 153 - templateLibroFull

Basic HTML Version

- 147 -
perata, restava da inferire se la forma integrale dei mo–
bili del Bugatti fosse una studiata fantasticheria, o un
elaborato stimolo offerto ai cercatori del
nuovo
rifuggenti
dal gusto universale, ovvero una franca, sincera, leale
espressione di un sentimento individuale spontaneo e
possente. Tale esso fu ritenuto dalla Giurìa e ci duole
di non paterne ora significare a parte a parte le ragioni ,
fra le quali non fu trascurabile quella d'essere stato il
Bugatti primo in Italia a immaginare anzi a sognare
un mobilio moderno. Tale fu il motivo, adunque, del
premio concesso in omaggio al principio sanzionato dal
programma
il
quale lasciava agli espositori, nel concepi–
mento dei loro
saggi originali, la massima libertà di
tendenze e di espressione.
CERUTI UGO, fabbricante di mobili, Milano.
Diploma d'onore a grande maggioranza.
Principii certo assai dissimili nell'apparenza ma
In
sostanza non meno logici, rispetto allo spirito del pro–
g ramma , ' di quelli onde venne assegnato il premio pre–
cedente, indussero la Giurìa a concedere al Ceruti di
Milano il diploma d'onore per i quattro fastosi ambienti
da lui esposti a Torino.
Se dai mobili del Bugatti balzava fuori un'originalità
procace, quasi offensiva pel gusto mediano del pub–
blico, negli ambienti più notevoli del Ceruti, esuberanti
di rilievo e di colore, era un richiamo a quel
tempera–
mento nazionale,
contemplato anch'esso nel programma
come radicale virtù dell'arte decorativa moderna.
Inoltre, se nella produzione del Bugatti, l'ideatore
primo, il disegriatore e l'esecutore si riassumevano nel
medesimo individuo, circostanza favorevole all'alta con–
siderazione della Giurìa, nella Mostra del Ceruti veniva
affermata l'altra notabilissima condizione, anch 'essa 'con–
templata nel programma, di veder congiunti, cioè,
agli
industriali gli artisti
in un comune organico lavoro.
Accosto al Ceruti , infatti , cui era attribuita la conce-