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cioè l'opera degli artisti a quella dei tecnici esecutori per
far di tutto una poderosa compagine, manifatturiera,
industriale e commerciale insieme.
Stimiamo bensì provvida circostanza qu esta di aver
dovuto includere la casa Haas fra le industrie d'Italia, ove
l'arte della seta ebbe, si può dire, la sua culla europea,
e dove non sono ancora spente le tradizioni di opificii tes –
sili un dì .celebrati nel mondo per la regale magnifi–
cenza del lo ro impianto e dei loro prodotti .
L'ARTE DELLA CERAMICA, manifattura di cera–
m iche, Firenze.
Diploma d'onore ad unanimità.
Dopo il fugacissimo cenno, testè fatto, di una Casa
Industriale di vecchia data, di vecchia rinomanza, ma di
ambigua fisonomia nazionale, to rna gradito di soffe rmarsi
alquanto su un'officina affatto giovane e affatto italiana,
il -cui carattere e il cui programma sono già nettamente
definiti dai suoi prodotti e più ancora dalla sua mirabile
costituzione. Ci esprimiamo così
dappoichè
se le belle e
nuove ceramiche fiorentine riprendono, con freschi accenti
attagliati ai dì nostri , il ricco linguaggio del passato, l'or–
ganismo manufatturiero da cui esse derivano vuoi essere
tenuto quasi come un anticipato frut to della cultura sociale
moderna, ed esempio generoso di fratellanza operaria.
Un facoltoso patrizio ferrarese, dalla mente dischiusa
alla intelligenza dell'arte e disciplinata dall'uso signorile
de lla vita, un g iovane p ittore fiorentino, dotato ,di ver–
gine e sano istinto popolaresco, caldo di fantasia, e di
mano facile, arrendevole
e
feconda, uno scultore, meridio–
nale di sangue
'se
non di consuetudini, la cui arte
è
pre–
ziosa amalgama di cogitazioni profonde, d'indagini ac ute
e di spontanee fioriture spi rituali, un tecnico fattosi ta le
per virtù di lampi intuitivi e di volontà tenace assai più
che per rigida nu trizione di scienza, compongono la be lla
famiglia cui la Mostra torinese deve una de lle più felici
affermazioni dell'arte e dell'industria italiana moderna.