Ab biamo voluto delineare l'intimo carattere costitu–
            
            
              tivo . della giovane officina, non certo perchè fosse ve–
            
            
              nuto ad esso uniformandosi l'apprezzamento delle opere
            
            
              esposte e il conferim ento del premi o -
            
            
              il
            
            
              che era contro
            
            
              i nostri principi i - ma per richiamare ancora una volta,
            
            
              sulla scorta di un esempio luminoso, ciò che abbiamo
            
            
              più volte espresso intorno alle corrispondenze fra indu –
            
            
              striali ed artisti nell e nascenti officine italiane e sulla
            
            
              necessità di non turbare, ma bensì di tutelare, di nutrire
            
            
              di speranze e di fede queste felici comunità del lavoro
            
            
              g overnate dall'affetto scambievole.
            
            
              In qu anto al merito intrinseco delle cose esposte assai
            
            
              vi sar ebbe da dire - e non ci è consentito di dirlo
            
            
              ora - sul va rio lor pregio art istico e tecnico.
            
            
              Bast erà notare la rapida ascension e di qu este opere
            
            
              ceramiche dal lor o apparire, nel timido tentativo di Ga–
            
            
              lileo Chini , all' a ltra Mostra Toririese e coronato da
            
            
              irn–
            
            
              prevv eduto successo, alla prima affermazione ottenuta
            
            
              nella grande Mostra Parigina - allorchè al Chini erasi
            
            
              congiunto il Conte Giustiniani - e finalmente al successo
            
            
              poco men che trionfale ra ggiunto dall a F abbrica Fio–
            
            
              rentina nella odierna .Mostra Italiana, ave una maestosa
            
            
              inse gna in
            
            
              
                grès
              
            
            
              ceramico, modellata a grandi figurazioni,
            
            
              annunziava l'aggregamento di un'altra possente forza alle
            
            
              forze primitive, quella di Domenico Trentacoste.
            
            
              In qu est a Mostra era deline ata tutta la storia, recente
            
            
              e pur notevole, dèlla giovan e fabbrica, dagli ambigui
            
            
              tondi botticelles chi alle coppe vestite di rubescenze e
            
            
              d'iridescenze metalliche, dai pallidi vasini floreali ai larghi
            
            
              fittili ornati di pi ante, di volatili, di rettili e d'immagini
            
            
              ferine, dai primi saggi di ambrogette dipinte e. model–
            
            
              late ai larghi fregi e agli interni rivestimenti di camere,
            
            
              dalla maiolica stannifera dipinta a soprasmalto ai sotto–
            
            
              vetrin a , alle terre greificate ed ai
            
            
              
                grès,
              
            
            
              st oria di ricerche
            
            
              . assidue - delle qu ali è stata parte viva e recente l'o–
            
            
              pera tecnica di Chi no Chini - sto ria di an sie , di trepi-