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Nei tre ambienti di questo mobili sta torinese, ricco di
buone promesse, non era difficile scoprire la collabora–
zione di un artista educato alla ricerca della forma e
sopratutto del colore.
Nella sala da pranzo, certo preferibile agli altri am–
bienti, i mobili di legno di rovere tinto in grigio, aveano
linee quanto moderne altrettanto modeste e gradevoli ,
e vi trionfava in particolar modo l'armadio a vetri.
Ben pensata era altresì la disposizione della sala, avente
quella sorta di alcova risaltata e quel richiamo della
vetrata dipinta a rami di aranci fruttiferi, la cui tinta
vivace mitigava alquanto quella delle pareti troppo ac–
cese di colore e troppo robuste nel motivo ornamentale.
Piacentissimo, invece, era per intonazione l'attiguo
salotto, e non certo spregevoli per linea erano quei mo–
. bili dalle belle tarsie di legno chiaro, inserite nell'acero
a pulimento. Toglievan loro pregio, però, e l'intaglio di
legno bianco e le moleste applicazioni di rame metallico.
Vaga per colore era pure la camera da letto, e dap–
pertutto e più di tutto vaghissime erano le stoffe ornate
a riporti o di seta su
pelue/le
o di velluto su
amoerro
,
combinazioni felici di disegni e di colori bellamente
espressi.
Il Martinetti e i suoi collaboratori posseggono fuori
dubbio una sana coscienza d'industriale, coscienza ben
cultivata e non sorda alla voce dell'arte.
PASQUINA GIUSEPPE, Fabbricante di stoffe, Torino.
Medaglia d'oro a unanimità.
Il Pasquina, come il suo collega milanese Ferrari,
deve il premio ricevuto, oltre che al merito, al fatto di
aver rappresentato quasi da solo nella sezione italiana
- non considerando la Casa Haas - l'arte e l'indu–
stria del tessuto artistico in seta.
Anche il tessitore torinese, come il lombardo men–
zionato,
è
da _ritenersi più che altro come una verde
speranza, -e di speranze giovanili meglio che d'ambigue