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merito suo d'inventore e di esecutore d'opere belle. Ma
la bellezza è tal cosa cui non si domanda d' onde e
come nacque e perchè. Essa sta nella vita come sta
nell'arte, signora delle anime, imperiosamente.
Con questa disposizione di spirito osservò la Giurìa
i lavori dello Zorra dopo la prima impressione che essi
destarono, non chiedendo loro se fossero più . conformi
allo spirito francese o al sentimento italiano e se il grado
di perfezione tecnica da essi raggiunto foss e più da at–
tribuirsi a conquista personale o a virtù d'ambiente.
Lo Zorra intanto - e questo importa riconoscere
poichè questo lo colloca in quella privilegiata categoria
d'espositori da
noi
tante volte richiamata in onore - è
egli medesimo ideatore ed esecutore dei propri gioielli.
Egli disegna, modella le sue piccole cere, ces ella e -patina
le sue minuscole fusioni, infine, scolpisce a punta di dia–
mante le sue testine di agata carniccia destinate a
ingern–
marsi e a sorridere dal castone di un anello o dal–
l'aurea chiostra di un fermaglio .
Egli è orafo, ins omma, nel senso 'genuino e "ampio clelIa
parola. Egli è artista e operaio insieme.
I
suoi anelli
modellati
sono dotati di viva grazia e
contengono, oltre un senso lieve di classica modellazione
che nulla toglie alla loro espressione vitale, quell'in–
neffabile mistero delle opere concepite e rifinite dalla
mente e dalla mano creatrici. Le pietre
e
gli smalti al
pari delle patine sono adoperati con gusto pittoresco, e
quasi ogni lavoro - e sono numerosi - ha una espres–
sione sentimentale sua propria, contraddistinta da un
proprio titolo; la
pittura,
la
innocente,
-la
prùJtavera,
l'edera,
la
vigna.
Non è questo il luogo di descrivere a rigor di critica
tutte queste opere. Basta averle delineate così a larghi
tratti e aver desunto da esse il carattere distintivo del
giovane artista, che con felici mani ha dischiuso davanti
a sè le porte dell'avvenire.