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MEDAGLIA D'ARGENTO.
Come per quelle altre nazioni i cui numerosi esposi–
tori reclamarono necessariamente un maggior numero di
premi, così per l'I talia, aduneremo in due gruppi i pre–
miati con medaglia di argento e i premiati con dip loma
di merito. S olo ci sembra opportuno di diffonderci, assai
più che non facemmo per gli stranieri, sull'esame delle
opere degli uni e degli altri, ragionando più particolar–
mente di quei premi che a primo vedere si stimereb–
bero incorrispondenti al nome del premiato, alla impor–
tanza della Casa espositrice e all'entità ma teriale de lle
loro Mostre. Resterà assai meglio impresso, così, lo
scopo educativo della Esposizione fatta dagli italiani e
per gl'italiani
essenzialmente; oltrechè si farà più lim–
pida agli occhi loro l'opera della Giuria, altrettanto sol–
lecità dei meno favoriti dalla sorte che di coloro ai
quali essa arrise con più calde lusinghe.
In~ichiamo
in questo primo gruppo, per ordine alfa–
betico, GIUSEPPE CARAFFA"di Palermo,
segnal àtosi
pei suoi apparecchi d'illuminazione elettrica, ramo d'in–
dustria così poco rappresentato nella sezione ita liana e
pur tanto affine a un bisogno della vita moderna e con–
forme al sentimento della moderna decorazione. La Mo–
stra germanica ben lo ?a dimostrato -a To r ino.
L'accolta del Caraffa, intanto, era copiosa
anzichè
no , tanto più che alle opere esposte fu congiunta una
serie di fotografie riproducenti i lavori eseguiti per Villa
Igea di Palermo su disegni dell'architetto Ernesto Basile.
Il Caraffa mostravasi in complesso ottimo industriale
ed ottimo lavoratore;
null~
di meno notavasi fra opera
e opera una qualche disarmonia, attribuibile forse al dis–
simile valore di coloro che ammannirono i suoi disegni .
Primeggiavano sui lampadari esposti le
braccia a muro
o
viticci
che voglian dirsi, fra i quali erano alcune felici
combinazioni di linee e organiche espressioni d'insieme.