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la pura indagine estetica, e dall'altro la fede intrepida e
sicura nella rinnovantesi decorazione odierna.
Vero
è '
che la sala da pranzo esposta a Torino ri–
spondeva all'appello del programma, anzi ne era la con–
seguenza immediata essendo il frutto di un concorso
espressamente bandito e nel quale riuscì vittorioso un
vivace ingegno di artista lombardo. Senonchè di un tale
artista abbiamo avuto agio di ammirare altre opere più
prossime 'all 'arte pura e più assai feiici di questa in cui
primeggia, e meglio dovrebbe ' primeggiare, un puro
ordine decorativo organicamente costrutto.
L'attigua stanzina da bagno invece, pur così semplice
e così modesta, era un 'aperta nota di gentilezza com–
patta e, nel suo quasi uniforme candore incontaminabile,
adatta al suo scopo.
Parimenti la Giuria distinse fra le ceramiche model–
late alcuni oggetti in biscuit: vasi da fiori, lampade, ecc.,
di fattura moderna, assai coscenziosa e gentile, e notò
infine, con manifesta soddisfazione, fra i tipi varii dei
ricchi servizi' da tavola in porcellana, più esemplari' dotati
di modernità vera e di squisito gusto signorile.
Trasse da ciò la Giuria auspicii lieti per la grande
Casa Sociale che ha già quasi del tutto affrancata l'Italia
dalla servitù verso gli stranieri per le fini ceramiche d'uso
e a cui non rimane -ormai se non"uniformarsi all'esempio
mirabile datole da una gloriosa consorella, la Manifattura
di Sèvres, pe r rinnovare il vecchio tronco ; assorgere,
fra nuovi germogli, all'antico fastigio.
Ultimo di questo gruppo è il mobilista VITTORIO
VALABREGA di Torino
il
quale determina, nei tre am–
bienti da lui apprestati, le proprie qualità di ottimo in–
dustriale, ricercatore fiducioso nelle nuove tendenze
dell'arte decorativa;
I suoi mobili non sono nè un esempio di originalità,
nè un miracolo di fattura, ma hanno linee buone, cer–
cate con diligenza e con amore e rinvenute felicemente