-
            
            
              180-
            
            
              la pura indagine estetica, e dall'altro la fede intrepida e
            
            
              sicura nella rinnovantesi decorazione odierna.
            
            
              Vero
            
            
              è '
            
            
              che la sala da pranzo esposta a Torino ri–
            
            
              spondeva all'appello del programma, anzi ne era la con–
            
            
              seguenza immediata essendo il frutto di un concorso
            
            
              espressamente bandito e nel quale riuscì vittorioso un
            
            
              vivace ingegno di artista lombardo. Senonchè di un tale
            
            
              artista abbiamo avuto agio di ammirare altre opere più
            
            
              prossime 'all 'arte pura e più assai feiici di questa in cui
            
            
              primeggia, e meglio dovrebbe ' primeggiare, un puro
            
            
              ordine decorativo organicamente costrutto.
            
            
              L'attigua stanzina da bagno invece, pur così semplice
            
            
              e così modesta, era un 'aperta nota di gentilezza com–
            
            
              patta e, nel suo quasi uniforme candore incontaminabile,
            
            
              adatta al suo scopo.
            
            
              Parimenti la Giuria distinse fra le ceramiche model–
            
            
              late alcuni oggetti in biscuit: vasi da fiori, lampade, ecc.,
            
            
              di fattura moderna, assai coscenziosa e gentile, e notò
            
            
              infine, con manifesta soddisfazione, fra i tipi varii dei
            
            
              ricchi servizi' da tavola in porcellana, più esemplari' dotati
            
            
              di modernità vera e di squisito gusto signorile.
            
            
              Trasse da ciò la Giuria auspicii lieti per la grande
            
            
              Casa Sociale che ha già quasi del tutto affrancata l'Italia
            
            
              dalla servitù verso gli stranieri per le fini ceramiche d'uso
            
            
              e a cui non rimane -ormai se non"uniformarsi all'esempio
            
            
              mirabile datole da una gloriosa consorella, la Manifattura
            
            
              di Sèvres, pe r rinnovare il vecchio tronco ; assorgere,
            
            
              fra nuovi germogli, all'antico fastigio.
            
            
              Ultimo di questo gruppo è il mobilista VITTORIO
            
            
              VALABREGA di Torino
            
            
              il
            
            
              quale determina, nei tre am–
            
            
              bienti da lui apprestati, le proprie qualità di ottimo in–
            
            
              dustriale, ricercatore fiducioso nelle nuove tendenze
            
            
              dell'arte decorativa;
            
            
              I suoi mobili non sono nè un esempio di originalità,
            
            
              nè un miracolo di fattura, ma hanno linee buone, cer–
            
            
              cate con diligenza e con amore e rinvenute felicemente