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tecniche dei prodotti e specialmente pei lustri applicati
ora sulle ceramiche ora sui vetri.
Ciò non induce veruna dubbiezza nel concetto del
premio, dappoichè - lo abbiamo già ripetuto a propo–
sito dei grandi ceramisti stranieri come il Bigot e lo
Scharvoge1 - le ricerche tecniche di questa natura,
.ricerche d'intonazioni, di colorazioni e di effetti lumi–
nosi superficiali, si connettono intimamente alla ragione
artistica delle opere ceramiche e spesso ne pareggiano
la essenza formale.
Chiudiamo l'elenco dei premiati italiani col nome di
un vigoroso industriale che avrebbe meritato di figu-
• rare fra i primi onorandi campioni della Mostra Torinese
(
qualora questa fosse stata ispirata ai concetti delle grandi
Mostre generiche. Egli
è
CARLO ZEN di Milano, fab–
bricante di mobili, organizzatore di tutto un vasto pa–
diglione dalle vistose anzi imperiose apparenze ove prese
posto altresì, e non senza danno del suo vicino, la
Casa Haas di Vienna associatasi, come abbiam riferito
agli espositori italiani deliberatamente. Diciamo
«
non
senza danno del suo vicino
»
dappoichè tale prossimità
faceva più acuto
il
contrasto fra una grande Casa pro–
duttrice la quale ha saputo mirabilmente amalgamare
la indagine artistica vera e propria alla vasta funzione
manufatturiera, e uno Stabilimento industriale di valida
fondazione il quale della ricerca artistica vera e propria
mostra di avere un superficiale concett().
Grande favore di pubblico ebbe lo Zen a Torino e
grande successo di vendita, nè poteva essere altrimenti
dappoichè tre doti supreme egli possiede al cospetto
.del pubblico e dei compratori: produrre un mobilio per
tutti, i gusti, lavorarlo solidamente e bellamente, e libe–
rarlo, infine, ad un prezzo assai ragionevole per l'appa–
renza ed anche per l'entità dell'opera. Ecco già un com–
plesso di meriti che basta a sollevare in alto, .molto in
alto,
il
nome di un industriale.