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partenza di una nuova, piena e
coscien te
rifioritura
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dell'ingegno italiano ».
La distinta delle opere dest ina bili alla Mostra, divise
nel detto programma in 13 Classi e XXII Categorie,
la complessità o semplicità loro, la loro ricchezza o la
loro umiltà, l'arduo o il piano magistero tecnico della
loro fattura nulla aggiungevano e nulla togli evano a i
concetti preliminari ed organici del pr ogramma, i quali
dovevano essere, e furono infatti , le norme preliminari
ed organiche dellopera della Giurìa.
Nè gli articoli del Regolamento generale affievolivano,
ma viemmeglio rafforzavano lo spirito del programma.
L'articolo
2 ,
per esempio, e l'articolo 3 delineavano più
esattamente il conc etto della sincera tendenza dell'artefice
verso un rinnovamento estetico della forma ornamentale.
E
ciò
non soltanto nella parte ideativa dell'artista - il
quale avea dritto di concorrere pure con semplici pro–
getti o dis egnati o plasmati con materiale div erso da
quello proprio dell 'esecuzione - ma bensì nella parte
esecutiva dell 'industriale cui non era dato facoltà di
esporre cos e che non fossero di propria fabbricazione,
salvo che non si tr att asse di parte accessoria e comple–
mentare dell 'opera.
Qualora la Giurìa non avesse g ià considerate attenta–
mente tutte queste ragioni del programma nell'atto in
cui imprendeva il proprio lavoro, sarebbe bastato a ri–
cordargli ele la voce autorevole di uno dei suoi membri ,
membro a sua volta e rappresentante del Comitato.
Egli espose brevemente la storia della Mostra, deli–
neandone i concetti primi, il suo significato, il suo scopo,
ed a conferma di tutto questo svolse più ampiamente
quanto aveva g ià accennato l'iliu stre Presidente del Co–
mitato artistico intorno alla costituzione della Giurìa.
Tale costituzione - disse il nostro collega - è stato
il resultato di opinioni dissimili ed anche opposte.
Se la Mostra torinese avesse dovuto essere una delle