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altresì l'affermazione del carattere etnico, tradizionale
di ogni Nazione nella generale e concorde ricerca di
una forma artistica novella. Il che prova quanto fallace
sia l'opinione di coloro i quali presumono che l'Arte
Nuova, come essi la chiamano, non debba avere
n è
patria,
nè
tetto, e che basti sostituire la linea curva
alla retta e negare ogni principio costruttivo stilistico,
o appiccicare follemente insieme membra dispaiate di
stili diversi per mettere al mondo un organismo deco –
rativo, originale
e
moderno.
Sarà, anzi, opera di suprema utilità quella di stabilire,
a norma dei documenti offerti dalla Mostra Torinese,
le linee direttive tracciate dalle diverse regioni del mondo
per invenire quelle forme artistiche che sono più con–
sentanee al proprio sentimento attuale. Il quale essendo
il risultato dinamico di numerose efficienze:
il
clima, le
tradizioni, l'ordine politico, la religione, gli usi, i co–
stumi, la lingua e sino la letteratura e la filosofia , non
poche influenze esercita ' sullo spirito inventore di quelle
forme. Diremo anzi che sarà più sincera quell'arte che
più genuinamente rispecchi il complesso di quelle in–
fluenze.
Ma non la trattazione di questo arduo tema è dato
a noi di svolgere in questo momento; e se lo abbiamo
toccato di volo gli è
perchè
esso avea una correlazione
prossima, immediata col nostro fine presente. Giacchè
mal si avviserebbe colui il quale credesse essere stato
possibile il giudicare le varie manifestazioni nazionali
della Mostra di Torino con un criterio unico ed assoluto.
Al francese, .ad esempio, che non avesse cognizione
del cielo di Glasgow e dell'indole, e delle abitudini, e
delle tendenze intellettuali dei suoi cittadini di grado
elevato, la Mostra Scozzese avrebbe potuto muovere la
pietà o il riso; similmente avrebbe eccitato un natural
senso di repulsione negli italiani la robustezza qua–
drata dell'arte tedesca, e così avrebbe ripugnato forse