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allo spirito britannico semplice e dritto la fastosa mo–
venza di qualche bell'opera italiana; meglio richiamante
il senso della vita e dell'arte patria.
La Giurìa stessa non fu immune, anzi; di qualche
parziale, . repentino disgusto che la . r ifìessione serena
andò a mano a mano dileguando e che
il
muto ragio–
nare della coscienza andò forse mutando
-in
atto di
ammirazione. .
Si dirà che l'arte è singolarmente dotata di virtù
impressionanti e che l'anima umana debba accoglierne
le immagini per via di sensazioni e non di ragiona–
menti. E si dirà bene
e
male a un tempo, poichè
il
sentire umano non è estraneo all'abito del sentire, il
quale a sua volta è frutto di poteri intellettuali.
Ciò sia detto non come vano sfogo di estetica, ma
come sana 'g iustificazione di un nostro maturato pro–
posito, cui or ora accennammo: quello, cioè, di studiare,
e però di giudicare partitamente la Mostra, non in
ordine di materia, ma in categorie nazionali. Diversa–
mente concepito il giudizio, questo sarebbe stato per
un verso erroneo e per l'altro ingiusto, attesochè non
tutte le Nazioni, già così dissimili per indole estetica,
erano preparate ugualmente alla fioritura dell'arte deco–
rativa' moderna..
Dei frutti, per esempio, recati dall'Italia alla Mostra,
alcuni potevano bensì reggere al paragone .dei simi–
glianti stranieri, e, pur consideratane la differenza spe–
cifica, superarne forse il, pregio generico. Ma ad altri
molti non sarebbe toccata la sorte medesima quando
pure se ne fossero apprezzate. le ottime, intrinseche
qualità rispetto alla terra ond'essi trassero
il
nutrimento.
Sano consiglio era - quello di prescindere dalle condi–
zioni peculiari della pianta che li aveva prodotti, ma
non altrettanto giusto provvedimento 'sarebbe stato
quello di sottrarli alla condizione della cultura del suolo
comune sul quale le piante tutte fruttificarono. Trascu-