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Importa sì il distinguere due maniere di tecnica, una
tutta materiale, frutto
'della
mano soltanto, e un'altra
quasi intellettuale in cui la mano è condotta dal senti–
mento della bella forma, facoltà dell'intelligenza.
Tutto ciò riferivasi st rettamente agli esecutori. E per
essi uno dei membri della C iurla proponeva una ricom–
-pensa speciale, ossia un
Dipl~ma
di
esecueione,
pro–
pos ta non respinta in principio ma nemmeno applicata
nel fatto.
"Veniva qu indi la volta degli industriali, di coloro ,
cioè, che avvincono in armonica funzione produttiva
l'opera degli artisti e degli esecutori e che dirigono
siffatta funzione verso un fine pratico ed utile a tutti,
intendiamo il commercio.
L'opera, assai spesso sterile, travagliata, oscura dell'ar–
tista o dell'operaio solitario, ansioso dell 'oggi , incerto
del domani, vi ene, così, confortata dalla pronta se non
sempre larga rimunerazione, da l metodo organico del
lavoro, dalla dovizia del materiale ammannito, dal pos–
sesso dei mezzi, meccanici, fisici o chimici che fossero,
e infine , assai sovente, dal consiglio stesso dell'indu–
striale, il quale, più pratico dei bisogni della vita, assai
meglio vi conduce l'opera dei suoi collaboratori che non
farebbero essi medesimi "per proprio impulso. "
E talvolta il consiglio va oltre la pratica visione
delle cose, se l'artista ha sole facoltà- visive ed espres–
sive materiali e se l'industriale, per contrario, ha doti
di cultura, e sensi di bellezza, e istinti di signorilità.
Talvolta egli disciplina, quando pur ne le abbia disco–
perte lui stesso, come filoni metalliferi in aspra roccia, le
virtù incomposte dell'anima creativa dell'artista e le vir–
tuosità riposte nelle mani dell'esecutore. E talvolta
I~
affina altresì
e
le corrobora.
Codesto tipo d'industriale - surse a dire qualcuno
della Giuria - da non confondersi coi plebei sfruttatori
del lavoro altrui, non è già un'astrazione, ma una
-realt à