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) che il nome di Valentino ai casamenti situati sulle rive del Pa in facci

I

ico molto. Nel secolo XVI, v'avea casa e podere il presidente Renato

comprava Emmanuele Filiberto nel

1654.

Dimesso l'anno seguente

l

5es, tesoriere della duchessa, lo riscattava dodici anni dopo. Ma il ca

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è frutto della munificenza di Madama Reale, Maria Cristina. Fin da

lCiata la fabbrica, e così regnando Vittorio Amedeo I, marito di lei

i

lavori con titolo di governatore Antonio Bobba. Vi lavoravano operai

rte delle valli di Lanzo. Non trovo chi sia stato l'autor del

disegno~

ostruzione di stile affatto oltramontano, massime nell'acuto culminar

dei tetti, Maria Cristina l'ebbe di Francia: seppure l'architetto Conte Carlo di Castella–

monte, che vedo aver diretta l'opera, non seppe piegare il proprio ingegno alle incli–

nazioni di quella principessa. Nel

1638

già vi dimorava la corte, la quale vi si era trasfe–

rita per festeggiare la nascita del delfino. Molte volte ai tempi di quella bella e vivace

reggente fu il cortile del castello del Valentino teatro d'armeggerie, di giostre, di quintane,

di corse e di altri spettacoli. I lavori del Valentino, interrotti dalla guerra civile, furono

ripigliati e continuati molti anni. Dal

1646

al

1649,

Alessandro Casella stuccò la camera

dei gigli e delle rose; il soffitto della stanza della caccia, e di quella del negocio (del

commercio) e la stanza della munificenza. Oltre alle camere summentovate trovo memoria

d'una camera de' pianeti, di un teatro, d'un gioco del maglio, e d'un infernetto cavato

dal sergente Lorenzo Manuel coll'aiuto d'altri suoi minatori. Le ardesie che coprono il

tetto si fecero venir di Moriana. Nel teatro degli Stati del duca di Savoia, il Valentino

compare con due corpi laterali, assai più lunghi di quel di mezzo che solo ora si vede,

terminati da due padiglioni. Un muro elegante a pilastri e balaustre regge la sponda del

Po: si ha l'accesso per due scale eleganti, in mezzo alle quali s'apre una grotta, in cui

si vede la statua di un fiume che gitta acqua. Ai due lati sono nicchie con statue. Nel

sito che dovea occupar l'ala sinistra del castello v'è il bello e copioso orto botanico. »

Luigi

C

ibrario