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PARTE II — DESCRIZIONE GEOLOGICA
vamente stretta per modo che non viene ad aversi nessun grande bacino
raccoglitore di nevi. Per questo primo fatto non è attualmente ricca di
ghiacci, come non diede nel
periodo glaciale
un ghiacciaio di una certa
importanza. Il ghiacciaio della Stura settentrionale si arrestò nel sua
massimo sviluppo molto prima di raggiungere lo sbocco vallivo.
Oltre a ciò le valli di Lanzo presentano una disposizione e configu-
zione speciale, per cui i fenomeni del
quaternario
si verificarono un po’
diversamente da quello che ebbe luogo in altre vallate finitime. La valle
di Viù è lunga e stretta, incassata poi eccessivamente e piegata ad an
golo retto dalle Maddalene in basso; quella di Ala stretta ed assai si
nuosa; quella Grande anch’ essa non troppo ampia ed assai sinuosa;
nella inferiore parte lo sbocco complessivo è strettissimo oggidì ed estre
mamente contorto, ed in altri tempi lo doveva essere anche di più per
ciò che diversa l’ubicazione di sbocco; per tali ragioni l ’azione sgom-
bratrice delle correnti
quaternarie
fu quanto mai ostacolata ed il
dilu
vium antico
rimase conservato per la sua gran parte esterna ed è di
scutibile se siasi formato in quantità apprezzabile un
diluvium recente.
Cominciamo dallo esporre le particolarità glaciografiche.
In valle di Viù due rilevanti ghiacciai han lasciato tracce di loro
esistenza nei due valloni di Arnas e di Malciaussìa, sviluppi anormali
dei ghiacciai attuali di Piera Ciaval, di Barettà e del Collerin nel
primo vallone, e di quello del Forte che dalla Savoia si rovesciava nel
secondo vallone, coll’aggiunta di altre masse glaciali scendenti dai ver
santi laterali ; rocce levigate, lembi
morenici
, conche lacustri di erosione
glaciale si trovano assai frequenti. Nel piano di Usseglio stanno larghi
lembi
morenici
specialmente nel versante Sud, meno ripido, con rocce
arrotondate e una bella
morena
frontale alle Piazzette sbarra la valle,
limitando il piano di Usseglio, il quale dovette funzionare da fondo e
conca lacustre molto tempo dopo il ritiro dei ghiacciai, fino a che cioè
la
morena
di Piazzette venisse sbrecciata dalla Stura di Viù o Chiara.
Un nuovo contingente di ghiacci scendeva a Lemie ed ai Porcili dal
vallone di Ovarda e da quello di Nanta. Lembi
morenici
troviamo ancora
a Viù, dove discendeva altra corrente di ghiaccio dai Tornetti. In basso
di Viù cessa ogni traccia di azione glaciale.
Nella valle d’Aia i ghiacciai attuali tra la Ciamarella ed il Collerin
d’Arnas si estesero invadendo il piano della Mussa, al cui termine sta
un cordone
morenico
e quindi probabilmente anche qui si ebbe ristagno
di acque lacustri dopo il ritiro dei ghiacciai. A Balme e Mondrone
troviamo
morene
e rocce arrotondate; aumenti di ghiaccio provenivano
dai ghiacciai laterali; un bel lembo
morenico
troviamo allo sbocco del
vallone Lusignetto per un ghiacciaio affluente, mentre quello principale