

e declinante verso i lembi esterni, e qui abbiamo invece una disposi
zione rovescia, cioè gradinate che vanno via declinando verso l’interno.
Le terrazze interne nell’alveo d’erosione del
diluvium
lanzese sono da
paragonarsi a quelle più strette, avvicinate, multiple del solco di Dora
Riparia da Alpignano a Torino od almeno a Lucento indicanti alvei
varianti successivi ma sempre più affondantisi; lavoro d’erosione e di
escavo
postglaciale
ed anche
recente.
E come tale crediamo poter con
siderare il lavoro di escavazione tra i due lembi residui del
diluvium
antico
della Stura di Lanzo; non ritenendo nemmeno opportuno per ora
la distinzione di
postglaciale
da
recente
che fa il Bruno. Esamineremo
poi più avanti alcune opinioni del Sacco. Per ciò che risponde alla co
stituzione del
diluvium antico
di vai di Lanzo diremo che esso è assai
vario ; in generale nella parte superiore predominano gli ammassi ciot
tolosi più o meno sviluppati, ora conservati sufficientemente, ora invece
profondamente alterati. I lembi elevatissimi, cordoni sulle rocce laterali,
sono generalmente con più sciolti i ciottoli, più dilavati e meno terri
ficati; ciò proviene dal fatto che l’acqua d’infiltrazione o di lavaggio
non si arresta gran che, esporta le parti terrose che per. avventura vi
si trovano e non vi si sofferma tanto da indurre nelle rocce alterabili
un’alterazione in forza specialmente dell’anidride carbonica trascinata in
soluzione; quest’imbevimento maggiore e soggiorno più lungo e la con
seguente più profonda alterazione si verifica nelle grandi masse a valle
più adatte a ritenere l’acqua penetrante. La variabilità in grossezza dei
ciottoli è grandissima anche a brevi distanze orizzontali e verticali;
frequente la presenza di lame, lenti terrose più o meno compatte nel
corpo del conglomerato. Alla superficie per graduale alterazione si tras
formò il ciottolame in una crosta terrosa impermeabile di argilla rossa
e grigiastra, che ha una grandissima influenza sulla coltivabilità e pene
trazione delle acque meteoriche in quelle regioni occupate dal
diluvium
residuo ; del che meglio nella parte applicata. Nelle parti profonde pre
dominano le formazioni argillose, dense, compatte, le quali arrestano le
acque d’infiltrazione e dànno numerose sorgenti sui lembi esterni, ove
l’erosione raggiunse il livello in questione in molti luoghi, e contribui
scono alla formazione di aree acquitrinose allo sbocco dei valloncini
e nel fondo di essi, ed in quelle delle vallette latistanti della Ceronda
e della Fandaglia; ed anche su tale argomento dovremo ritornare. La
parte argillosa compatta fu meno erodibile, epperò generalmente l’ero
sione si arrestò ad essa; epperò sotto le alluvioni tra esse ed il fondo
diluviale antico
scorre una rilevante falda acquea messa in evidenza
dal livello acqueo dei pozzi poco profondi nell’alveo, profondissimi in
vece quelli che partono dalla superficie del cono; è messa in evidenza
DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI TORINO
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