

Particolare riguardo merita la mortalità infantile,
che in questi ultimi tempi si è notevolmente ridotta,
essenzialmente per le cure prodigate ai neonati, e per
il progressivo estendersi dell’eugenetica presso tutte
le popolazioni.
La mortalità infantile si misura normalmente divi*
dendo il numero dei morti in età inferiore ad un anno,
per il numero dei nati-vivi che si sono avuti in un
medesimo periodo. Però, come osserva il Savorgnan,
per calcolare il quosiente di mortalità infantile durante
un anno solare, conviene tener conto del fatto che in
un determinato anno, il numero dei morti da 0 ad 1
anno proviene in parte dai nati vivi dello stesso anno
e in parte da quelli dell'anno precedente.
Sulla base delle indagini appositamente condotte si
è quindi convenuto che a formare il contingente di
morti in età da 0 ad 1 anno durante un anno x, con*
corrano per due tersi i nati nell'anno
x,
e per un terso
quelli dell’ anno precedente.
Per avere il tasso del 1933 occorre perciò procedere
ad una media ponderata assegnando un peso 2 ai
nati vivi del 1933 e un peso 1 a quelli del 1932: e colla
risultante mettere a raffronto i nati vivi del 1933.
Eseguiti i relativi calcoli risulta che per l'anno
1933 la mortalità infantile in Torino è stata del 67,46
per 1000 nati vivi. Tale basso rapporto dimostra i
grandi progressi compiuti in questo campo nella nostra
città. È interessante ricordare in proposito che i tassi
medi del quadriennio 1926*30 sono stati: per la Francia
90 •/„; per la Germania 94
per l’ Inghilterra e
Galles 68 •/„. Nel 1930 i quozienti più elevati si sono
riscontrati in Rumenia: 176 •/„; Lituania: 154 •/„;
Ungheria: 152 •/„.
Per quanto riguarda l’ Italia — come risulta dal
l’ultimo Compendio Statistico pubblicato dall’ Istat —
la mortalità infantile è (fatta eccezione per gli anni
della guerra) in sensibile e progressiva diminuzione,
tanto che il tasso dell’ anno 1931 (112,9 % ,) è di oltre
cento punti inferiore a quello del periodo 1872*75
(219,1 %.)•
N A T A L I T À *
Le nascite ammontano nel 1933 a 7678 unità, con
una media mensile di 640, inferiore di 47 unità a quella
verificatasi nell’ anno precedente.
L’ammontare delle nascite è dato dai nati vivi,
nati morti ed aborti. In merito ai nati morti giova
ricordare che in Italia sono considerati tali i partoriti
senza vita dopo il sesto mese della gestazione, e la
frequenza della nati*mortaKtà
h
data dal rapporto
tra il numero dei nàti morti e quello dei nati vivi e
nati morti.
Per quanto riguarda l’andamento della nati*mor*
talità nel Regno, occorre osservare che dal periodo
1872*75 (2,8 % ), si è verificato un aumento quasi
progressivo sino al 1919*21 (4,5 % ) e da tale periodo
in poi una diminuzione (3,4 % nel 1931).
Nella nostra città il tasso della nati-mortalità per
l’ anno 1933 (3,4 % ) è leggermente superiore a quello
del 1932 (3,1 % ); nel dicembre deH'anno in corso si
sono avuti 18 nati morti e secondo le cause si ha
la seguente distribuzione: mortalità fetale nel corso
della gestazione 10; mortalità per espulsione prema
tura 3; mortalità fetale nel corso del parto 5.