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I l MONDO D U I A FIAT

Uno scrittore francese definiva recente­

mente la Fiat » un immenso organismo d»

attività industriale e commerciale, univer­

salmente noto». Non v e dubbio, infatti,

che tutti sanno che la Fiat è una grande

cosa; e meglio di tutti lo sanno i lorines:,

i quali vanno orgogliosi di questa luminosa

insegna del loro più geniale intenso e pro­

duttivo lavoro. Ma anche Torino non co­

nosce bene che una parte della Fiat : la fab­

brica automobilistica. 1 visitatori del «Lin­

gotto » , quando escono come trasognati dal

grandioso stabilimento, storditi dall’ardente

fragore del macchinario e dall’ emozionante

volata sulla pista aerea, non hanno visto che

uno dei tanti volti della Fiat, creatura mul-

tanime e multiforme : il volto più famigliare

al gran pubblico, il più brillante e monda­

no, l ’originario sembiante irradiato di glo­

riosa fortuna. Ma la Fiat non è tutta al Lin­

gotto; la Fiat non è soltanto l'automobile.

Essa è in almeno altri dieci stabilimenti di­

versi, che con quello del Lingotto occupano

complessivamente un’area di

20

milioni

di mq. ; e la Fiat è anche l ’aeroplano, il

grande motore

Diesel

per il transatlantico c

il sottomarino, è il treno, la trattrice, l’ara

tro, la tank; è l’ acciaieria e la ferriera, la

miniera e l ’ impianto idroelettrico.

Si può parlare davvero del mondo Fiat

un mondo di macchine e di uomini, di la

voro e di ricchezza ; ma anche anzitutto un

mondo di idee, di volontà, di energie mo­

rali e intellettuali. Quello che la Fiat pro­

duce, nel vasto ciclo della sua produzione

motoristica, è spettacoloso; ma come lo

produce, in virtù di quale formidabile in­

telligente organizzazione del lavoro, del ca­

pitale e del mercato, questo è ancora più

sorprendente e dà il segno giusto della po­

tenza vitale della grande Casa torinese.

L ’ Italia industriale non possiede oggi un

più vasto laboratorio di esperienze tecniche

economiche sociali al concreto della realtà

produttiva; alla Fiat si studia e si cerca

sempre, e non v ’è innovazione che sembri

troppo ardita, non v ’è assistenza che pos

sa sembrare troppo costosa, quando si trat­

ta di perfezionare il prodotto e di avvan­

taggiare il lavoratore. Le frequenti visite di

tante personalità straniere —

leaders

dei-

! ’economia e della politica — attestano che

alla Fiat c’è sempre da imparare qualcosa.

Ora questo mondo Fiat, che dà lavoro a

35.000 operai e risorse di vita ad almeno

100.000

persone, e che da Torino lancia

su tutte le strade del globo, sul mare e nel­

l’ aria, le sue macchine motrici, non ha che

trent’anni di vita. Lo scrittore francese già

citato, dopo avere ammirato questo prodi

gio di sviluppo industriale, si domanda :

« Ma chi è l ’animatore di questa formida­

bile impresa?». E risponde: «Giovanni

Agnelli, il capo incomparabile, l ’anima

della Fiat. Amministratore delegato dalla

fondazione, Presidente della Fiat dal 29 no­

vembre 1920, Giovanni Agnelli fu nomi­

nato Cavaliere del Lavoro nel 1907 e sena­

tore del Regno nel 1923. Tutti questi atte­

stati di riconoscenza pubblica erano ben

dovuti a questo lavoratore infaticabile dal­

l’anima generosa, dalla volontà tenace, dal

vigorosissimo ingegno. Volendo sempre fa­

re più e meglio, di estendere i campi d’a­

zione della Fiat, sua creazione principale.

L ’affetto che gli testimoniano i suoi dipen­

denti è giusta ricompensa per i suoi sforzi

ognora intesi a rendere più gradito il lavo­

ro. Un tale uomo, animatore incompara­

bile non poteva compiere che una grande

opera ».