

eia. La fioritura era la fede nuova dei lavo
ratori riconciliati con la gran madre : Patiia.
Non è il caso di rifare qui l'istoria dell’e
dificio serto sull’ area del Politeama con un
sol corpo di casa, prospiciente il corso allora
intitolato al « Siccardi » , per volere dell’ As
sociazione Generale degli Operai.
L ’Associazione aveva allora un carattere
squisitamente assistenziale e mutualistico :
erano i suoi amici i Luzzatti e i Maggiorino
Ferraris, vantava tra i suoi protettori uomini
come il Brayda, l’on. Roux ed il Nicotera
stesso... tutti ardenti patrioti e non v ’ era ge
sto avente carattere di italianità che dall’As
sociazione non fosse con entusiasmo com
piuto.
Ma, a poco a poco, intorno a quel primo
corpo di casa vennero elevarsi le due ali,
mentre nella casa, ove una murata lapide
diceva di Patria, di virtù, di sacrificio, dove
cioè una lapide voluta dagli iniziatori dava
un’ impronta di italianità alla Casa e quasi
un programma agli abitatori, un'aura che si
volle dire « social democratica »
e
che era
invece semplicemente sovvertitrice veniva
formandosi allontanando dall'edificio e dal-
l ’ Associazione ormai preda dei rossi le sim
patie cittadine, che pure per anni avevano
sorretto l ’istituzione.
La Casa s’ era mutata in ridotta e la ri
dotta pareva opporsi all’altra, quella di Pie
tro Micca, che sintetizzava il sacrificio per la
Patria : due concezioni in contrasto, e che
il destino contrapponeva anche nell’espres
sione architettonica, per uno di quei casi
che assurgono a simbolo.
Poi? Venne la liberazione e parve una
lotta : l'edificio che per un’ora era apparso
il despota della città, prona nel tremore di
una rivolta, si chiuse, mentre il sindacali
smo fascista, faticosamente, ricco di fede
ma allora poco attrezzato alle conquiste, ve
niva lentamente raccogliendo i dispersi per