

U R B A N I S T I C A E D A R C H I T E T T U R A
M I N O R E N E L M E D I O E V O I N P I E M O N T E
«C h i volesse trasportarsi col pensiero cinque secoli
.uldietro e considerare quale era la \ ia principale
di Dora Grossa, che cominciava poco sopra San Dal-
mazzo e finiva a piazza Castello. a\ relitte veduto
una strada tortuosa, fiancheggiata da case piccole
ed ineguali e qua e colà «la portici ricoperti da pa
glia: avrehhe veduto fra la torre del Comune e la
chiesuola di San Gregorio (San Kocco) i siti ingom
bri dai banchi immondi delle beccherie, c da quelli
ancor più fetenti del mercato dei pesci».
Questa descrizione, invero assai poco attraente, del
la maggiore strada della Torino inedioevale, fa pen-
«are a come saranno state le \ie minori della città.
Ma è da supporre che tale fosca pittura fatta «lai
(librario e che si riferisce ad un periotht in cui in
fieriva la pestilenza, fosse dettata all 'illustre storico
«lallo stato miserevole in cui era ridotto ai suoi tempi
il verchio centro cittadino.
Torino medioevale, sviluppatasi stilla scacchiera del
Castrim i romano, si conservi» inalterata sino alla
metà del secolo x vi; una nuova via larga adatta al
carreggio era stata aperta, con deliberazione del
Comune nel 1257. lungo la cinta delle mura ro
mane espropriando ed abbattendo le costruzioni che
vi si erano andate addossando. Ma se le altre strade
erano strette e non perfettamente rettilinee, per
contro gli isolati contenevano nel loro interno cor
tili vasti ed alberati, verzieri ed orti; le case erano
a due o tutt'al più a tre piani fuori terra, la loro
altezza risultava quindi ben proporzionata alla la r
ghezza della via. Esse avevano ampi loggial
lune erano munite di torri, come attesta il (librario
stesso a proposito delle case Borgesi nelle vicinanze
della torre del Comune; qualche resto degli uni e
delle altre è ancor oggi visibile nell'interno di qual
che cortile.