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furono generalmente Itene 'ind iati e proporzionati.

Sono assai noti i centri maggiori come Saluzzo, Avi-

Jia n a . Pinerolo ed altri olle racchiudono particolari

iiionumenti architettonici; le Abazie ed i Castelli

-olio .'tati oggetto di dotte monografie ed anche di

-tildi profondi, riteniamo sia però anche intere.»

•ante esaminare alcun centri che conservano tut­

tora hen chiara l'impronta della formazione me-

dioevale. considerandoli nel loro insieme urbanistico

e negli aspetti dell'architettura minore.

* * *

Due località che. per essere fra loro poco distanti

e non lontane da Torino, possono comodamente

essere visitate da chi voglia vedere l'architettura

minore ambientata nell'inquadratura originale, sono

Carmagnola e Caramagna.

C

a r m a g n o la

.

Un'antica stampa del 1588 indica come si svolse nel

settembre di tale anno l'assalto del Duca Carlo

Kmanuele I contro la città dominata dai Francesi

e ci dà una visione a volo di uccello della città for­

tificata coi sobborghi esterni alle mura, poi demo­

liti nel 1640.

Questo nucleo antico, attraversato longitudinal­

mente dalla via che univa la Corta di Korgo Moneta

con quella di San G iovanni, è quello ancor oggi per­

corso dalla strada statale Torino-Cuneo.

Ai lati di questa via maestra tutta porticata si svol­

ge. prevalentemente a mezzogiorno di essa, la città

su di una struttura a scacchiera formata ila lotti di

varia forma: da quello quasi quadrato a quelli a

rettangolo molto allungato con un rapporto fra i

lati variabile da 1 a 3 ad 1 a 5 e più. Nella sona sud-

ovest esisteva il Ghetto e la Sinagoga. A metà circa

ilei percorso della via suddetta si apre su un lato di

essa piazza S. Agostino, la maggiore della città, pur

essa porticata con portici ogivali. La sua posizione

pianimetrica ci mostra quanto sia stata giudiziosa­

mente tracciata in relazione alla sua funzione: come

altre piazze medioevali sorte per un preciso scopo

ili mercato o di sagrato, essa non è attrav ersata dalle

strade di traffico poiché, tanto la via che dalla Porta

Xuchea o Zuchetta conduceva al Castello, quanto

quella che collegava le altre due porte suddette,

sono in prosecuzione dei lati della piazza in modo

che il carreggio non disturbava le adunate. I por­

tici che la circondano ci appaiono depressi perchè

in seguito alla bonifica del terreno paludoso della

piazza questo fu sopraelevato di un metro con ri­

porti di ghiaia e di travi di legno disposte incro­

ciate per formare un drenaggio. Ne è pure danneg­

giata l'estetica delle case, alte tre o quattro piani,

e quella delia antica chic»a di Sant'Agostino, aperta

al pubblico nel 1437, che del prospetto originale

conserva ancora l'elegante abside ed il campanile.

La via di Porta Zuchea conduce alla circonvalla-