

Inquadrato da valorosi ufficiali svolgeva giorno
per giorno un nutrito programma comprendente
esercitazione alle armi, educazione fisica, manovra
tattica al chiuso e sul terreno.
Il Battaglione speciale alpino poi. eseguiva ardite
manovre colle armi pesanti rivelando parecchi valo
rosi rocciatori.
LA M A RC IA D E L L A G IO V IN E Z Z A
Dopo sessanta giorni esatti di sana vita all'aperto,
i corpi maggiormente adusati agli sforzi, gli animi
sempre più te.*i al combattimento. i giovani del
« Torino » levavano le tende ed iniziavano la Mar
cia della Giov inezza.
Molto si è scritto su questa prova atletico-mili-
tare dawero notevole: hasti qui confortare di dati
eloquenti la semplice stesura del fatto.
I
giovani volontari dei Battaglioni attendevano
l'ordine di levare il campo con coerente impazien
za: muoversi voleva dire per essi andare, con ogni
probabilità, verso il combattimento.
E
questo
sopratutto era nei voti.
Ma si pensava ad uno spostamento ferroviario.
L'ordine invece di raggiungere il Veneto a grandi
tappe, a piedi, fu accolto con sincero entusiasmo.
I volontari che si preparavano coscienzioramente
e tranquillamente alla guerra vedevano con imme
diata percezione il motivo della variante. Si chie
deva ad es;>i una prova di forza e di continuata resi
stenza : avrebbero dimostrato di essere dei veri sol
dati.
Così aveva inizio la marcia: il con*de Candelori.
mas-iccio soldato, in testa ai suoi ragazzi; via via
da Sassello ad Acqui, ad Alessandria, Pavia, B re
scia, \erona e quindi Vicenza. Città e paesi hanno
visto passare i Battaglioni volontari a torso nudo,
militarmente inquadrati ed equipaggiati, col passo
agile di chi si è scrollata di dosso, colla polvere, la
fatica del camminare.
Le tappe venivano
d igerite
magnificamente dai
Battaglioni: la miserabile percentuale del due per
mille non riusciva a mantenere i contatti.
E molti, va detto per fedeltà di cronaca, si nino
trascinati in fondo alle colonne coi piedi marto
riati. quando il « passo di strada » assume un im
possibile ritmo ed il più quieto paesaggio solare no-
!>trano diventa allucinante.
II Battaglione « Torino » ad esempio ha perso
una sola unità durante la « Marcia ». Ed ha tenuto
|>er 23 giorni una media di percorrenza di 30 chi
lometri giornalieri.
Hanno conosciuto la polvere di tutte le strade i
Volontari dei Battaglioni G ii, guardando città e
paesi della no«tra terra stupenda con serenità di tu
risti. lieti delle festose, affettuose accoglienze delle
popolazioni, ma alieni per acquisito abito mentale
dal sopravalutare il loro gesto.
Sorvolavano, i giovani, sulle difficoltà logistiche
della grande traversata d e ll'Ita lia Settentrionale.
Queste difficoltà invertivano direttamente i loro
capi : essi affrontavano e superavano le materiali
avversità del terreno e della distanza, anelando alla
gioia fasciata del combattimento.
Non s'insiste accademicamente sulla serena con
sapevolezza di questi giovani: ciascuno di essi, na
turalmente. realizzava il postulato mussoliniano:
«entirsi
s e n i
dell'idea, lieti di
serv ire
in qualun
que modo.
D A V A N T I A L DUC E
Portata a termine la « Marcia » il Battaglione
« Torino » veniva accantonato a Vicenza e senza
pause riprendeva la prepara/ione. In breve spazio
di tempo il moschetto tipo '91, il fucile mitraglia
tore. la bomba a mano e la mitragliatrice F ia t *35,
armi in dotazione ai Battaglioni, non avevano più
regreti per i giovani soldati.
Il « Torino » stava ad lllasi. poco oltre Vicenza.
I legionari diciottenni fremono nell'attesa. Sor
teggiano chi debba, manifestazione di squadristica
impazienza, lasciare il campo per tentare di rag
giungere le truppe operanti.
Ma r ispezione del Duce alle Armate ritardava
gli arditi progetti.
Tutto il Battaglione scendeva a Padova, fierissi
mo del privilegio di sfilare a passo romano dinanzi
al Fondatore dell'impero.
Sulla sfilata dei Battaglioni a Padova, sin la stam
pa estera ha stilato commenti ammirativi : i giovani
hanno dato al Duce l'impressione, anzi la certezza,
della loro ?>aldezza.
\ isto il Duce, i giovani del « Torino » tornavano
a lllasi.
Ed immediatamente, quan infiammati dallo
>guardo del Duce, mettevano in atto il progetto già
accennato.
Dodici abbandonavano il Battaglione e raggiun
gevano Brindisi. Due. infine. Sofia e Baiutti, que
st'ultimo quindicenne, riuscivano ad imbarcarsi nel
corso d'un allarme aereo e raggiungevano, nascosti
nella stiva tra i combustibili, Valona.
L 'uno veniva còlto allo sbarco ma l'altro, il So
fia. solo a distanza di giorni, sui monti dell'interno,
si presentava ad un nostro comando, vinto dalla
fame.
Questo episodio romanzesco, limpido e piano a
detta dei protagonisti, dice quale fosse l'ardore dei
giovani volontari, nel clima dei Battaglioni.
• • •
Ora il « Torino » come gli altri Battaglioni di for
mazióne volontaria, è parzialmente rientrato in
*ede.
Ha consegnato al Federale il labaro di combatti*
mento, ha deposto le armi.
E ' momentaneamente, colle armi al piede.
Ma ha provato di essere pronto, prontissimo a
farsi valere.
II Duce lo «a.
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