Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Officina di manutenzione per l’Azienda Tranvie Municipali di Torino

L’officina di manutenzione che Nervi progetta per l’Azienda Tranvie Municipali di Torino (Atm) racchiude in sé una serie di invarianti della produzione del periodo postbellico in cui egli sperimenta e mette a punto diversi sistemi di prefabbricazione per la costruzione di grandi spazi industriali.


VIA DANIELE MANIN 17

Costruzione: 1952 - 1954

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  • bombardamento | officina

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  • bombardamenti

La Nervi e Bartoli si aggiudica l’appalto concorso per la costruzione dell’officina materiale mobile Atm con un progetto firmato da Pier Luigi Nervi, nel maggio 1952.
Sono gli anni in cui Nervi e la sua impresa partecipano costantemente alle grandi gare di appalto pubbliche, proponendo diverse soluzioni inedite di cantierizzazione e prefabbricazione puntualmente brevettate.
All’indomani della guerra l’Azienda Tranvie Municipali deve affrontare la ricostruzione delle grandi infrastrutture di trasporto pubblico e decide di costruire, in sostituzione dei vecchi impianti danneggiati dalla guerra, un comprensorio ex-novo tra corso Tortona e Via Manin.
La struttura principale dell'edificio scandisce lo spazio interno in tre navate ed è contraddistinta da un’ossatura portante gettata in opera con pilastri su cui poggiano le travi per lo scorrimento dei carriponte e la struttura di copertura ad archi, con eliminazione della spinta tramite tiranti metallici. Sugli archi si apre una inconsueta serie di shed parabolici.
Ancora una volta è ripercorrendo le fasi essenziali del cantiere che si ritrovano alcune invarianti dell’opera di Nervi. Gli shed sono realizzati tramite timpani prefabbricati a piè d’opera in forme di ferrocemento e raccordati da un solaio in laterizio. Lo schema ad arco con tirante era inconsueto per Nervi, come dimostrano i primi progetti, elaborati nel febbraio del 1952, nei quali si ipotizzava una soluzione con struttura a volta su pilastri da realizzarsi con il consueto sistema brevettato degli elementi a losanga prefabbricati, già adottati nel salone C di Torino Esposizioni e poi nel magazzino per il deposito del sale di Tortona. Tale sistema viene però reinterpretato per la costruzione degli shed di copertura delle appendici laterali, dove a una prima soluzione ipotizzata sempre con le consuete forme a losanga in ferrocemento ne viene poi preferita una inedita con suggestive forme triangolari prefabbricate.
Nel 1952 la Nervi e Bartoli partecipa senza successo all’appalto concorso per la costruzione della rimessa di fianco all’officina, proponendo una copertura a volte sottili in cemento armato a spinta eliminata con catene pretese in cemento armato all’estradosso delle volte. Il terzo progetto rimasto sulla carta che Nervi studia per la Atm è quello per il concorso appalto per il deposito di Venaria, indetto nel giugno del 1960.

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Ente Responsabile

  • Associazione Pier Luigi Nervi Project