Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Cascina Falchera

La Cascina Falchera, di origine settecentesca, trae la denominazione dalla famiglia dei Falchero, proprietari della cascina e delle terre circostanti almeno dal 1701. L’attuale quartiere Falchera prende il nome dalla cascina omonima.


Lat: 45.125961 Long: 7.701174

Notizie dal: XVI Sec. (1500-1599)

Bombardamento: 13 Luglio 1943

Trasformazione: 1986 - 1994

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1. La cascina

Attualmente la cascina Falchera è una fattoria didattica, con un’area dedicata all’allevamento e una alla coltivazione, un laboratorio di trasformazione alimentare, spazi polifunzionali e ricreativi, nonché una sala riunioni. Fanno inoltre parte della struttura un ristorante e un ostello.

La cascina Falchera è stata infatti rifunzionalizzata dal Comune di Torino e aperta al pubblico come Centro di Cultura per l’Educazione all’Ambiente e all’Agricoltura dalla Città, su un progetto di ITER, Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile, gestito da D.O.C. S.c.s. e Cooperativa Rocciavrè onlus.

Il complesso rurale originario è stato oggetto di pesanti trasformazioni seguite dall’Ufficio Tecnico del Comune tra il 1986 e il 1994, per l’allestimento di laboratori botanici e spazi didattici a cura dell’Assessorato all’Ambiente in collaborazione con quello all’Istruzione.

Le modifiche che si sono succedute nei secoli hanno alterato i caratteri tipologici originari. È tuttavia ancora riconoscibile la primitiva struttura nel quadrilatero che circonda la corte principale con fabbricati civili e rustici, costruiti probabilmente a manica semplice e raddoppiati in seguito, con un ampliamento dell’antico nucleo nell’angolo di nord-ovest.

La cascina possiede due ingressi, ancora riconoscibili: uno principale, segnato da un lungo viale alberato e da un massiccio portale ottocentesco sulla strada provinciale di Cuorgnè, e uno secondario, più tardo, sulla strada del Villaretto.

2. Notizie storiche

Probabilmente la Cascina Falchera è costruita a partire dall'inizio del XVIII secolo su un terreno incolto di 30 giornate di terra comune acquistato dai Falchero nel 1701 dalla Città di Torino.

La cascina è citata nel 1790 dall'architetto Amedeo Grossi: «La Falchera cascina di Giacomo e Francesco fratelli Falchero situata lungo ed alla sinistra della strada di Leinì nel territorio di Torino, da cui è distante due miglia e mezzo.» Il Grossi sottolinea inoltre che i proprietari erano «particolari abitanti in detta cascina», risiedevano tutto l’anno nella struttura, gestendo in prima persona terre e allevamenti, senza delegare tali compiti ai fattori. Quest’ultima soluzione era invece preferita dalla maggior parte dei possidenti terrieri dell’epoca, che solitamente vivevano nei palazzi cittadini.

La cascina viene ampliata per successive addizioni fino a raggiungere, come attestano le mappe dei primi del XIX secolo, una struttura a pianta quadrata, a “G”, intorno ad una corte chiusa, con orti adiacenti al lato nord e chiusi da un muro di cinta, come risulta dal Catasto Napoleonico del 1805.

Tra il 1816 e il 1820, come rileva il Catasto Gatti, vengono aggiunti due fabbricati lungo il muro perimetrale, ampliando la corte centrale.

La cascina trae denominazione dalla famiglia Falchero, che già a partire dalla metà del Seicento è tra le famiglie di maggior prestigio all'interno della parrocchia di Lucento, che comprendeva un ampio territorio tra la Dora e lo Stura e anche una parte dell'Oltrestura. Inizialmente massari, grandi affittavoli verso la fine del secolo, e poi anche proprietari nell'Oltrestura, nell’Ottocento possiedono altre cascine oltre alla Falchera: il Rivore, la Canale, l’Oria, il Capitolo e casa Serra.

3. Bombardamenti

Una bomba incendiaria cadde sulla cascina il 13 luglio 1943 causando la distruzione della tettoia e lievi danni alle parti rimanenti dell'edificio. La vicina cascina Cabianca viene altresì interessata da un attacco aereo riportando solo lievi danni.

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
LA FALCHERA
Strada del Villaretto

Cascina di pianura.
Edificio rurale di valore documentario e ambientale, esempio di cascina di pianura con importante portale di accesso e bel viale di platani. La struttura è ancora inserita in area verde ed in uso agricolo.
Edificio rurale già presente alla fine del Settecento, indicato dal Grossi in proprietà a Giacomo e Francesco, fratelli Falchero.

A. GROSSI, 1790. p. 153; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA, 1791, B. 6; PLAN GEOM
ÉTRIQUE, 1805; [Catasto RABBINI], 1866: TOPOGRAFIA / DELLA CITTÀ. 1840; E. GRIBAUDI ROSSI. 1970, p. 254.
Tavola: 7

p. 554

Una curiosità: nel cortile della Cascina Falchera sono presenti 7 orologi solari, costituiti da sette quadranti didattici circolari.

 

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 33
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 3_4
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino, foglio IV, Sezione 16
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1911, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D135
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11
  • Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Insinuazione, Tappa di Torino, 1726, libro 12, carta 653
  • ASCT, Fondo danni di guerra, inv. 2542 cart. 53 fasc. 2 n. ord. 1, 3

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Ente Responsabile

  • MuseoTorino
  • Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione della Guerra dei Diritti e della Libertà