Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Cascina Galliziana, Cascina della Città

Cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, è posta nella zona dove nel passato esisteva il porto di attracco sul torrente Stura, denominato del Bramafame o della Città. Il complesso ha subito numerosi interventi di restauro nella seconda metà dell’Ottocento, tra i quali spicca la trasformazione della torre colombaria, che diventa una torretta neo-medievale, con la sovrapposizione di una merlatura alla sommità.


Lat: 45.116155 Long: 7.660164

Notizie dal: 1699

Ampliamento: 1820

Ampliamento: 1866

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  • abitazione | cascina

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Il primo nucleo della cascina è edificato a partire dal 1699, per volere del Duca di Savoia, Vittorio Amedeo II, su progetto dell’architetto Rocco Antonio Rubatti, per parte della municipalità torinese e Antonio Bertola, ingegnere ducale (Ronchetta, 1996).

Questa nuova edificazione fa parte di un piano edilizio rurale, voluto dal Duca, su terreni di proprietà della Città di Torino che erano “gerbidi” (terreni aridi e incolti ) o “ ghiaiosi”  e quindi improduttivi.

Localizzata nei pressi della strada per Caselle e dello Stura, si inserisce in un paesaggio costituito da cascine, campi prati e da un braccio della bealera Barola, dei Molini della Città e dal porto di attracco sul fiume Stura, denominato del Bramafame o della Città.

Come ipotizza Carla Amoretti, studiosa delle vicende dell’assedio di Torino del 1706, nei pressi della cascina vi era una discesa che dalla spianata scendeva al punto di attracco sulla Stura e che proprio questo passaggio nel giorno della battaglia decisiva, il 7 settembre 1706, fu utilizzato dal Duca Vittorio Amedeo II e dalle sue truppe, per aggirare i trinceramenti francesi e piombare sul fianco e alle spalle dei difensori, dando quindi una svolta decisiva all’esito della battaglia.

 

La Città di Torino cede la cascina agli inizi del XVII secolo a Carlo Andrea Galliziano, originario di Como. Nel 1708 per il matrimonio di Teresa Galliziano, la cascina passa alla famiglia Maglio di Cravy o Capriglio.

Nella Carta topografica della caccia del 1762 la cascina viene censita come “La Città o sia La Galliziana” ed caratterizzata da un impianto planimetrico ad “L “ con corte chiusa.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        L’architetto Amedeo Grossi nel 1790 censisce la cascina “Galliziana […] dell’Illustrissimo sig. Conte Maino di Cravy situata vicino allo Stura lungo, ed alla destra della strada di Caselle, distante due miglia da Torino sui confini del medesimo territorio; in un angolo di detta cascina evvi un torrione riguardante detta strada”. Dai rilievi del Grossi risulta un ampliamento della cascina che presenta i corpi di fabbrica disposti a “C”.

Ulteriori ampliamenti vengono effettuati nella prima metà del XIX secolo e, come risulta dalle mappe del Catasto particellare Gatti, la cascina in quel periodo è composta da casa civile, case rustiche, casi da terra (depositi di attrezzi e prodotti agricoli), prati, campi, orti, frutteti e porzioni di terreni boschivi.

Nel 1840 il geometra Antonio Rabbini, nella Carta topografica della Città, la rileva ponendo in evidenza il giardino sito nei pressi della cascina e cinto di mura.

Nelle mappe del Catasto Rabbini del 1866 si evidenziano ulteriori ampliamenti dei fabbricati che chiudono completamente la corte formandone una seconda verso ponente.

Il complesso ha subito numerosi interventi di restauro nella seconda metà dell’Ottocento, tra i quali spicca la trasformazione della torre colombaria, rilevata dall’architetto Grossi, che diventa una torretta neo-medievale, con una merlatura alla sommità.

E’ ancora visibile il portale ad arco, ora tamponato, che anticamente introduceva alla corte.

Attualmente la cascina, di proprietà privata, è in parte ristrutturata e ospita un ristorante; la parte restante, in mediocre stato di conservazione, è utilizzata come officina e deposito.

 

Note

Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
LA CITTÀ
Strada del Bramafame

Cascina di pianura.
Segnalazione di edificio rurale con torre, di interesse documentario, tipico esempio di cascina di pianura, ora inserita nel costruito, in uso residenziale.
Costruzione già presente nell'ultimo quarto del Settecento, chiamata «La Galliziana„ e di proprietà del conte di Gravy. Nella carta napoleonica compare come « Ferme de la ville » .

A. GROSSI, 1790, p. 70; CARTA COROGRAFICA DIMOSTRATIVA […], 1791, 24, A.1; PLAN GEOMÉTRIQUE […], 1805; [Catasto RABBINI], 1866; TOPOGRAFIA / DELLA CITTÀ […], 1840; E. GRIBAUDI ROSSI, 1970, p. 233.
Tavola: 11

Bibliografia

Fonti Archivistiche

  • Carta Tipografica della Campagna ò sij commune della Madonna di Campagna, 1685, Archivio Storico della Città di Torino, Carte Sciolte, CS 3958
  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Carlo Bosio , Corso del Fiume Stura e suoi brachj, principiando dal porto della Città, sino all’imbocco del fiume Po, sotto al Parco, con la dessignazione e quantità de’ beni di cadun Particolare, che doverebbero concorre nelle spese per tenere detto fiume del suo letto, 1768, Archivio Storico della Città di Torino, Tipi e Disegni, TD rot.12.A
  • Francesco De Caroly , Carta topografica dimostrativa dei contorni della città di Torino e Campagne Reali dedicata a Sua Maestà la Regina di Sardegna dall’Umilissimo e Fedelissimo Suddito De Caroly in Torino 1785, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 16 B I Rosso
  • Amedeo Grossi, Carta Corografica dimostrativa del territorio della Città di Torino, 1791, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1800
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 36
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 36, art. 1230
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Servizio Tecnico Municipale del Comune di Torino, Pianta di Torino, 1935, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.8
  • Istituto Geografico Militare, Carta IGM, 1974, Archivio Storico della Città di Torino, TD 64.7.11

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