La particolare doppia ansa a forma di S, quella dove è stato costruito il ponte Carlo Emanuele III, è un cosiddetto divertimento della Dora, cioè una deviazione artificiale del suo corso.

Per ora gli elementi che servono a ricostruire il divertimento sono solo due, tuttavia esaustivi: una cartina del Seicento e un documento di fine Quattrocento.

In un’incisione raffigurante la pianta di Torino durante l’assedio del 1640 [1], si può osservare il letto oramai tagliato della curva della Dora che in passato ha corroso profondamente il pianalto.

Per quanto riguarda il taglio della curva c’è un documento del 1498, dove si attesta l’avvenuto pagamento di Gio Antonio Scaravello a dei muratori per il lavoro di deviazione del fiume svolto nel 1486: «…per ruoltar la Dora che passava sotto il palazzo di Vialbe per il Sig Gio Antonio Scaravello l’anno 1486…»[2]

Gli Scaravelli, famiglia di grandi possidenti terrieri attivi nel processo di appoderamento iniziato a metà Quattrocento, sono infatti proprietari, di origine vercellese, sia della cascina Scaravella sia della Bianchina, entrambe site verso il limite del pianalto a ridosso dell’ansa deviata della Dora.

La loro iniziativa è intenzionata a salvaguardare le due cascine dal pericolo della progressiva erosione del pianalto da parte del fiume, ma anche a difendere dalla medesima sorte lo stradale di Lanzo e la bealera Vecchia, costruita nel 1460 grazie ai capitali di Domenico Scaravello assieme a Aleramo Beccuti.