Scheda: Tema - Tipo: Società e costume

Viaggiatori a Torino nel Settecento

Nel Settecento Torino divenne una «meta turistica» apprezzata dagli stranieri, che talora ne lodarono entusiasticamente l’aspetto elegante e austero.


Periodo di riferimento: XVIII secolo

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  • sala 1780

Nel XVIII secolo, Torino divenne una meta interessante, tappa del Grand Tour dei viaggiatori europei, oltre che sosta pressoché obbligata arrivando dalla Francia. Della piccola capitale colpivano la regolarità e l’uniformità, affini allo spirito del tempo, di alcuni suoi palazzi.

Nel 1728 scriveva Montesquieu, a Charles Louis De Secondat de La Brède: «Arrivai a Torino il 23 aprile 1728. Torino è una città ridente, piccola, anche se ingrandita dal padre del Re, e dal Re stesso dopo l'assedio. Le parti aggiunte alla Città sembrano veramente tirate con la squadra. La piazza principale è una delle cose più belle che si possano vedere: vi si affacciano il Palazzo del Re e molte belle case di privati. Al centro c'è la costruzione fatta erigere dalla defunta Madama Reale, che è di splendida architettura».

A Charles des Brosses, nel 1740, sembrò «La più bella città d’Italia; e forse dell’Europa, per le strade dritte, la regolarità degli edifici e la bellezza delle piazze» e continuava commentando: «Qui niente è estremamente bello, ma tutto è uguale e nulla di mediocre».

Jean-Jacques Rousseau s’entusiasmò per lo spettacolo da Superga, con la corona delle Alpi.

Visitarono Torino anche lo storico inglese Edward Gibbon e l’astronomo francese Joseph-Jérôme de Lalande, che fu prodigo di lodi.

Nel 1775 lo scrittore e pensatore tedesco Gotthold Ephraim Lessino, ammirò gli edifici di Guarino Guarini e di Filippo Juvarra e le ancora imponenti fortificazioni.

Insieme a loro, pittori, musicisti, letterati, giovini nobiluomini in viaggio d’istruzione visitarono Torino dunque non a caso si sviluppò una fiorente attività pubblicistica rivolta alle guide turistiche dedicate alla città.