Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Museo Ettore Fico MEF

L' ex complesso industriale della SICME (Società Industriale Costruzioni Meccaniche ed Elettriche) èstato ristrutturato, a partire dal 2009, per ospitare il Museo Ettore Fico.


VIA FRANCESCO CIGNA 114

Costruzione: 1955
del complesso industriale

Trasformazione: 2009 - 2014

Inaugurazione: 14 Settembre 2014
del Museo

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Il Museo

Il Museo intitolato al pittore Ettore Fico(Piatto Biellese 1917 – Torino 2004), voluto e finanziato dalla Fondazione Ettore Fico, si definisce: “ un luogo propulsore di processi positivi di crescita culturale e di aggregazione sociale, in un’ampia visione di accessibilità di spazi e contenuti, in cui scoprire e vivere i linguaggi creativi e artistici”.

L’offerta culturale del MEF è costituita da mostre temporanee, eventi culturali, seminari, tavole rotonde e incontri, ed è rivolta al pubblico interessato all’arte moderna e contemporanea, senza però escludere argomenti di arte antica. La programmazione espositiva si articola su più livelli comprendendo: mostre monografiche di grandi maestri o collettive a carattere storico didattico, progetti con artisti contemporanei che intervengono direttamente negli spazi del museo, interventi volti a promuovere il dialogo con differenti discipline artistiche quali, per esempio, la moda, il design, il cinema. Il museo propone anche un’Area educativa con programmi rivolti alle scuole e anche ai cittadini curiosi, di qualsiasi età e provenienza culturale, per accompagnare alla scoperta di nuovi luoghi, alla conoscenza dei linguaggi della contemporaneità, all’utilizzo di inattesi strumenti di comunicazione e inedite modalità di interazione.

La Fondazione Ettore Fico

La Fondazione Ettore Fico, organo legalmente riconosciuto dalla Regione Piemonte, è stata costituita il 27 luglio 2007 per volontà della moglie dell’artista: Ines Sacco Fico. Ha lo scopo di promuovere e divulgare l’opera di Ettore Fico e di agire per il suo giusto riconoscimento all’interno del panorama artistico nazionale e internazionale. La Fondazione non ha fini di lucro, opera sul territorio della Regione Piemonte e si propone la tutela, la valorizzazione, l’autenticazione, la promozione e lo studio delle opere dell’artista interagendo con istituti culturali, musei, accademie e altri organismi nazionali e internazionali.

La sede

La sede del Museo è il risultato della ristrutturazione e riconversione di uno stabilimento industriale, già di proprietà della SICME, su ideazione e progetto di Andrea Busto e Alex Cepernich. “La SICME, Società Industriale Costruzioni Meccaniche ed Elettriche, nasce nel 1955 sull’onda del boom economico che stava investendo Torino e l’Italia intera nel Dopoguerra. L’impresa, specializzata nella costruzione di macchine per la smaltatura di fili di rame, si trasferisce nel 1965 in via Cigna 114 all’interno di un quartiere a vocazione prettamente industriale, acquistando lo stabilimento già di proprietà della INCET, Industria Nazionale Cavi Elettrici Torino, disegnato nel 1955 dall’ingegner Aldo Marini. Il complesso industriale si trova in prossimità degli stabilimenti della FIAT Grandi Motori e di fronte alla SIMA, ovvero la Sezione Industrie Metallurgiche e Acciaierie, che faceva capo nuovamente al colosso automobilistico torinese, e dei Docks Dora, complesso di magazzini e depositi ferroviari della merce che entrava in città. La collocazione di via Cigna 114 è dunque strategica dal punto di vista delle comunicazioni: collega il centro con la Barriera di Milano ed è disposta lungo la via ferroviaria che da Porta Susa conduce al capoluogo lombardo. L’azienda appartiene alla famiglia Accati e al suo interno lavora anche Primo Levi, in veste di chimico, che poi dal 1966 andrà a ricoprire la carica di direttore generale presso un’altra impresa del gruppo, la SIVA, produttrice di vernici, smalti e affini. Entro il 1968 la fabbrica conosce un importante ampliamento dei locali, allo scopo di adeguare la propria struttura alle sempre maggiori pulsioni dei mercati nazionali e internazionali nei quali l’azienda ha ormai acquisito un ruolo di leader nel settore: viene quindi costruita la grande navata con imponenti vetrate alle estremità, da quel momento in poi elemento caratterizzante dell’intero complesso industriale. La produzione dell’azienda metalmeccanica procede per un quarantennio, fino alle soglie della globalizzazione, entrando a pieno titolo nella storia della Torino industriale e operaia. All’inizio del nuovo millennio, seguendo tragicamente il destino di molte aziende di ordine medio-grande, la SICME conosce una crisi senza precedenti: aumentano le difficoltà finanziarie, si ventilano ipotesi di trasferimento, finché nei primi giorni di novembre del 2004 viene ufficialmente presentata istanza di fallimento. Seguono tentativi di mediazione da parte delle più note sigle sindacali ma ormai è troppo tardi: il giudice del tribunale torinese sancisce una base d’asta di 1.650.000 euro per il rilevamento dell’impresa e per i centoquindici operai dell’azienda comincia un calvario fatto di lotte, occupazioni degli impianti e proteste (addirittura con episodi dimostrativi di incatenamento ai cancelli), seguiti inevitabilmente dagli sgomberi di polizia e carabinieri. A sorpresa, un ex dipendente di Druento – autentico self-made man – che negli anni Settanta aveva lasciato la SICME per fondare una ditta concorrente, vince l’asta e assorbe l’azienda per la cifra di 2.650.000 euro, di fronte alla trepidante attesa degli ex colleghi operai. Segue poi il trasferimento dei macchinari nella nuova sede di Druento, l’attuale SICME-Italia Impianti in cui confluiscono le due distinte fabbriche, un tempo antagoniste, mentre la vecchia sede di via Cigna viene ceduta a un’impresa edilizia. Dal 2009, attraverso un intervento di archeologia industriale, l’edificio è in corso di ristrutturazione e di adeguamento per rivestire una nuova destinazione d’uso. Come già avvenuto per altri complessi industriali dismessi della città, dai Docks Dora, citati in precedenza, alle Officine Grandi Riparazioni (OGR), anche l’ex SICME è diventato luogo della cultura, ospitando nella fattispecie il Museo Ettore Fico” ( dal sito http://www.museofico.it/it/museo/storia.html).

Ente Responsabile

  • MuseoTorino