Edificio civile prototipo di casetta operaia bifamiliare, di significativo e importante interesse documentario progettato dal ingegnere igienista Riccardo Bianchini, docente universitario di igiene, redattore di riviste quali “L’ingegnere igienista” e “Ingegneria sanitaria” e realizzatore di altri interventi simili tra i quali, nel 1912, una casa in via Foggia 30 per la Cooperativa Selciatori. La casa sorge su un terreno di 8 metri per 30 e la costruzione occupa un terzo della superficie; il resto è adibito a giardino. Consiste in due alloggi che hanno in comune solo l’andito di ingresso, un alloggio di due stanze al piano rialzato e un altro di due stanze e uno stanzino al primo piano. Gli alloggi sono dotati ciascuno di due camerini, cui si accede dal balcone posto sul fronte interno e adibiti uno a latrina e l’altro a lavatoio e doccia. Gli alloggi sono progettati con criteri che rispettano l'igiene e i soffitti sono molto alti; ogni stanza ha due finestre per favorire l’illuminazione, il soleggiamento e il ricambio di aria. La decorazione della facciata è molto semplice: l’unico ornamento è costituito dai mattoni a vista, nella parte superiore delle finestre.