Scheda: Luogo - Tipo: Edifici monumentali

Bastione San Lazzaro (resti archeologici)

I resti della sezione inferiore delle muraglie del baluardo, risparmiati dalle demolizioni ottocentesche e individuati nel corso di alcune ricognizioni parallele agli scavi del “Pastiss”, si conservano all’interno delle cantine degli attuali fabbricati.


Lat: 45.068325 Long: 7.67118

Costruzione: 1564

Inaugurazione: 1566

Demolizione: XIX Sec. (1800-1899)

Trasformazione: 1894

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Categorie

  • militare | mura | bastione

Il cinquecentesco bastione San Lazzaro, situato sul vertice sud del corpo di piazza pentagonale progettato da Francesco Paciotto, è edificato, al pari delle opere della cinta magistrale, a partire dal 1564, anno d’inizio del cantiere della Cittadella. Di fatto in condizione di alloggiare artiglierie a partire dal 1566, è definitivamente completato l’anno successivo, con la costruzione della polveriera e delle casamatte nei fianchi ritirati. Fino alla metà del Seicento è l’unico dei baluardi della Cittadella a essere dotato di un’opera di difesa esterna, il “Pastiss”, con cui comunica, sul fondo del fossato, per mezzo di un’ampia “caponiera” coperta. Protetto, come tutti i bastioni esterni della Cittadella, da una controguardia edificata nel 1705, è coinvolto, seppur marginalmente, negli assedi del 1706 e del 1799.
Scompare negli ultimi anni dell’Ottocento, nel corso delle ultime fasi del graduale abbattimento della Cittadella, quasi completamente demolito durante l’edificazione degli isolati fra i corsi Galileo Ferraris e Matteotti. Si conservano – isolato fra corso Matteotti, via Papacino d’Antoni, via Revel, via Avogadro – due brevi tratti della “berma” prossimi al vertice dell’opera (muro di contenimento alla base di un terrapieno), riutilizzati come parte delle pareti divisorie fra i vani sotterranei dei fabbricati di via Papacino 3 e via Avogadro 16, progettati nel 1894.
I resti del bastione sono attualmente oggetto di studio e valorizzazione da parte della direzione del Museo Pietro Micca e dal Gruppo Ricerche e Scavi dell’omonima Associazione.

Fonti Archivistiche

  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Corte, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e B, Torino 1 [«Pianta della Cittadella di Torino»], seconda metà XVII secolo.
  • Archivio Storico della Città di Torino (ASCT), Disegni, II, n. 356 «Projet General pour l’Achevement des fortifications de la Ville, et Citadelle de Turin», fine XVII secolo.
  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Conti, Fabbriche e fortificazioni, Cittadella di Torino, Art. 178.
  • Archivio di Stato di Torino (ASTo), Contratti, Art. 696 «Registro degli incanti et accensamenti fatti per l’Illu.re camera ducale et ricevuti per me Guglielmo Gromis».

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