Scheda: Tema - Tipo: Cultura e istruzione

Scuole elementari scomparse

Tra scuole storiche non più esistenti ed edifici recenti abbandonati per la contrazione demografica degli ultimi anni, molti sono gli edifici e le istituzioni che custodiscono tracce della storia della scuola a Torino.

 

 


Periodo di riferimento: XIX secolo

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  • scuola

A partire dalle aule di fortuna in edifici privati di metà Ottocento, alle scuole “provvisorie” per far fronte al boom demografico degli anni Sessanta del Novecento, fino alla contrazione demografica degli anni Novanta, molte sono le scuole oggi non più esistenti e di cui spesso resta poca traccia.
Tra queste alcune sono particolarmente significative per la storia della scuola torinese. In primis la scuola Rosmini, ex Moncenisio, nota per essere il luogo in cui è ambientato il libro Cuore di De Amicis. La scuola aveva sede in via della Cittadella.
Degna di nota la storia della scuola elementare voluta da Vincenzo Troya presso il collegio San Francesco da Paola, sede delle scuole superiori classiche: lelementare trae origine dalla richiesta elaborata nel 1838 da Troya stesso di aprire due classi elementari in cui egli stesso potesse lavorare come maestro, nella convinzione che il modo migliore per formare buoni maestri fosse mostrare direttamente loro come diventarlo. Ricevuta l’approvazione del Magistrato della Riforma, questa scuola elementare funge da centro di formazione e approfondimento dei nuovi metodi didattici impartiti dal Troya¹. Divenuta poi scuola elementare intitolata a Vincenzo Troya, nel 1884, aveva una succursale in via Mercanti, ed era ricordata per essere stata la scuola in cui “per la prima volta in Italia” è stato fatto l’appello ai Caduti.
In via della Basilica 15 aveva sede l’elementare Torquato Tasso, il cui edificio con 26 aule è terminato nel 1901. Della scuola si hanno notizie a partire dal 1845: esistevano classi maschili in via della Basilica-vicolo San Lazzaro e più tardi furono costituite alcune sezioni femminili in via della Basilica 9.
La storia di questa scuola è ricordata in modo particolare per la sua direttrice Ermelinda Balbis Garrone le cui vicende sono strettamente legate alla storia della città (sia per le donazioni fatte a favore dell’istruzione, sia per il figlio morto eroicamente) poiché la scuola era sede anche del corso di avviamento al lavoro di tipo alberghiero che ha dato origine all’attuale Istituto Colombatto (che oggi ha sede in via Gorizia).
Tra i casi recenti è da segnalare nell’a.s. 2008/09 la scomparsa, come struttura scolastica autonoma, della storica scuola Pacchiotti di via Bertola (oggi i locali sono occupati da alcune sezioni del Convitto Nazionale Umberto I).
Essa, costruita nel 1889, è l’emblema dell’edilizia scolastica torinese, in una fase di forte impulso e di prime attenzioni alle norme igieniche per gli alunni. L’edificio, voluto, tramite disposizioni testamentarie, da Giacinto Pacchiotti, doveva rispondere alle più avanzate disposizioni igieniche. Il Comune di Torino bandisce un concorso a livello nazionale per la sua realizzazione: ben 62 sono i progetti che giungono al vaglio della Commissione. I disegni pervenuti, esposti per una settimana al pubblico presso la Promotrice delle Belle Arti, tradiscono le aspettative concentrandosi più sull’aspetto estetico che su quello igienico e dei 12 ammessi al concorso di secondo grado, nessuno verrà realizzato. Sarà infatti un progetto approntato dall’Ufficio Tecnico Comunale, quello stesso ufficio che una clausola escludeva dal concorso, a essere approvato nel 1896. Alcune delle richieste “innovazioni igieniche” vengono così realizzate: la Pacchiotti è la prima scuola torinese con i gabinetti collocati all’interno dell’edificio grazie al ricorso a sistemi con acqua, sifoni e tiranti d’aria; ogni aula è dotata di spogliatoio e di ricircolo dell’aria viziata; il sistema di riscaldamento è innovativo, e nel piano interrato l’edificio dispone di docce per gli alunni. La Pacchiotti diventerà presto la scuola-modello della Torino di fine Ottocento-inizio Novecento e molti altri edifici scolastici adotteranno le sue soluzioni.

 

Note

1. Cfr. Nino Pettinati, Vincenzo Troya e la riforma scolastica in Piemonte, Torino, Paravia, 1896 e Giorgio Chiosso, Le scuole per i maestri in Piemonte (1840-1850), in Scuole, professori e studenti a Torino. Momenti di storia dell’istruzione, Quaderni del Centro Studi Carlo Trabucco, Torino, Centro studi sul giornalismo piemontese Carlo Trabucco, 1984, pp. 9-48.

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