Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Casa del Vescovo

L'edificio cinquecentesco, nonostante l'opposizione di Riccardo Brayda, fu demolito all'inizio del XX secolo; il soffitto del salone al primo piano e due stemmi della famiglia Provana furono recuperati e portati al Museo Civico di Torino.


Lat: 45.072536 Long: 7.68283

Costruzione: XV Sec. (1400-1499)

Demolizione: XX Sec. (1900-1999)

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Categorie

  • palazzo

Tag

  • mostra medievale

Della casa del Vescovo restano solo le fotografie scattate da Secondo Pia prima della demolizione e i rilievi di Riccardo Brayda. La denominazione di casa del Vescovo è dovuta allo stemma presente sul portale, della famiglia Provana di Leinì: Antonio Provana di Leinì fu, infatti, vescovo di Torino tra il 1632 e il 1640.

Lo stemma risale comunque a circa un secolo prima del vescovo Antonio; poiché è stato attribuito al protonotario apostolico Andrea Provana, vicario del vescovo Della Rovere. Lo stemma murato sul portone, forse opera dello scultore Sanmicheli - lo stesso che aveva lavorato alle sculture del Duomo volute dal vescovo della Rovere - permettono di datare la casa alla fine del secolo XV, inizio XVI, non comunque oltre al 1517.

La famiglia Provana apparteneva alla nobiltà di corte; aveva già prestato servizio e denari ai principi d'Acaia e, dopo la riappacificazione tra i principi e i conti di Savoia, aveva giurato fedeltà ai conti, ricevendo in cambio cariche e onori. La casa, come risulta dai catasti comunali, figurò sempre di proprietà della famiglia Provana, anche dopo una suddivisione tra fratelli; nel 1619 divenne per un certo periodo residenza arcivescovile.

L'edificio corrispondeva a un modello residenziale prestigioso, come si può dedurre dalle fotografie, dai rilievi e dai reperti conservati al Museo Civico d'Arte Antica di Palazzo Madama: era dotato di botteghe laterali, grandi sale aperte su loggiati interni al cortile e di una torre.

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