Scheda: Luogo - Tipo: Edifici

Cascina Lamarmora, già Cascina Nuova di Cortazza

La Cascina Lamarmora, situata Oltrestura, si colloca attualmente lungo la Strada per l’Aeroporto di Caselle a poca distanza dalla tangenziale Nord. La cascina deve il suo nome alla famiglia dei Marchesi della Marmora, proprietari nella prima metà dell’Ottocento della struttura e delle terre circostanti.


Lat: 45.132289 Long: 7.658312

Notizie dal: XVIII Sec. (1700-1799)
Seconda metà

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  • cascina

La Cascina Lamarmora, situata Oltrestura, nei pressi del Rivo Caldo, si colloca lungo la Strada per l’Aeroporto di Caselle a poca distanza dalla tangenziale Nord di Torino. Attualmente di proprietà privata, è utilizzata come deposito di attrezzi e macchine agricole. Alcuni fabbricati risultano in modesto stato di conservazione.

La Carta Topografica della Caccia del 1762 rileva nello stesso sito una struttura a “L” denominata “Cascina Nuova di Cortazza”, con un piccolo fabbricato e un orto.

Il toponimo “Cortazza” (o “Cortacia”), di origine medievale, indica l’area che anticamente era compresa tra i torrenti Ceronda e Stura, i quali si congiungevano in un punto più prossimo al fiume Po, rispetto all’attuale confluenza. A causa del progressivo spostamento dello Stura verso sud, documentato già a partire dalla metà del XIII secolo, la zona di Cortazza si viene a trovare nell’Oltrestura, ma rimane sotto la giurisdizione della Prevostura di Lucento fino al Settecento.

Tale informazione è confermata dalla Guida alle cascine… dell’architetto Amedeo Grossi, che nel 1790 riporta: «La Marmora, cascina dell’Illustrissimo signor Marchese della Marmora lungo la strada di Caselle posta nel territorio di Torino vicino ai confini di Borgaro sotto la Parrocchia di Lucent.»

 

Il Catasto Napoleonico del 1804 documenta una struttura a corte chiusa, con pianta a “C” e orti esterni.

La Carta delle Regie Cacce del 1816 non rileva variazioni planimetriche della cascina qui denominata Cascina Marinora.

Il Catasto Gatti del 1820 segnala l’aggiunta di un modesto fabbricato sul lato sud-ovest intorno alla corte, e il relativo Colonnario Territoriale attribuisce al Marchese Celestino Ferrero della Marmora la proprietà delle due case rustiche e della casa civile di pertinenza della cascina. È inoltre presente un pozzo e un “orto adacquatorio”, cioè irrigabile. Il Colonnario attesta la vendita della cascina nel 1842 all’Opera Pia di S. Luigi Gonzaga.

Il Catasto redatto dal geometra Rabbini nel 1866 descrive modesti ampliamenti dei fabbricati esistenti, lungo il perimetro della corte.

Nei decenni successivi non si riscontrano variazioni planimetriche: l’impianto attuale non si discosta da quello ottocentesco se si esclude l’aggiunta di un corpo di fabbrica a completamento del quadrato della corte, di un piccolo edificio, degli inizi del XX secolo, esterno a essa, sul lato nord-est e di una tettoia adiacente, della seconda metà del secolo.

 

La cascina trae denominazione dai proprietari dell’edificio nell’Ottocento, i Marchesi Ferrero della Marmora. Questo ramo della nobile famiglia dei Ferrero fu protagonista delle vicende polico-militari ottocentesche. I figli maggiori della marchesa Raffaella della Marmora, Carlo (1788-1854) e Alberto (1789-1863) aderirono alla causa francese, ma furono riammessi nell’esercito sabaudo dopo la Restaurazione, e parteciparono alla prima guerra d’indipendenza con il grado di generali. A fianco di Carlo e Alberto combatterono i fratelli minori  Alessandro (1799-1856) e Alfonso (1804-1878). Alessandro divenne noto per aver organizzato un corpo militare di fanti particolarmente addestrati nel tiro al bersaglio, noti come bersaglieri, e morì durante la guerra in Crimea, guidata dal fratello Alfonso, generale e uomo politico.

 

Fonti Archivistiche

  • Carta Topografica della Caccia, 1760-1766, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte topografiche segrete, Torino 15 A VI Rosso
  • Plan Geomêtrique de la Commune de Turin, 1805, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Francese, Allegato A, Mappe del Catasto Francese, Circondario di Torino, Mandamento di Torino, Torino
  • Carta dei Distretti riservati per le Regie Cacce divisa in sette parti, 1816, Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Carte Topografiche per A e B, Torino, Torino 26
  • Andrea Gatti, Catasto Gatti, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, CAG, sez. 1-2
  • Andrea Gatti, Colonnario Territoriale, 1820-1830, Archivio Storico della Città di Torino, COLL TER, sez. 1-5, art. 12
  • Antonio Rabbini, Topografia della Città e Territorio di Torino, 1840, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D1803
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, Catasti, Catasto Rabbini, Circondario di Torino, Mappe, distribuzione dei fogli di mappa e linea territoriale, Torino
  • Antonio Rabbini, Carta Topografica dei Contorni di Torino, 1878, Archivio Storico della Città di Torino, Collezione Simeom, SIM D116

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