Scheda: Soggetto - Tipo: Persona

Fiorina Frizziero (Torino, 1920 - Susa, 2002)

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Inizia a lavorare a soli dieci anni in una stireria, nel 1931 emigra con la famiglia in Francia. Rientrata a Torino inizia a lavorare come operaia e dopo il 25 aprile 1945 è assunta alla Fiat, dove entra nel Cln di fabbrica, partecipando attivamente alla Resistenza. Dopo la guerra entra nella Commissione femminile del Partito socialista.


Nascita: 1920

Date note sulla vita: 1930
inizia a lavorare in una stireria

Date note sulla vita: 1931
emigra in Francia con la famiglia

Date note sulla vita: Marzo 1943
entra nel comitato organizzativo degli scioperi

Date note sulla vita: Luglio 1943
dopo il 25 luglio è assunta al reparto collaudi Fiat e entra nel Cln di fabbrica

Date note sulla vita: 1945
entra nella Commissione femminile del Partito socialista

Morte: 2002

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  • partigiano | operaio

Nasce a Torino il 1920, da una famiglia antifascista, il padre è un militante socialista. Comincia a lavorare in una stireria quando è ancora una bambina di soli 10 anni. Nel 1931 la famiglia emigra in Francia per evitare conseguenze in seguito alla militanza antifascista del padre. Vi rimangono per alcuni anni. Rientrata a Torino, trova lavoro prima in un calzaturificio e poi presso l’Opificio militare. Nel 1942 si sposa, il marito verrà deportato in Germania dopo l’8 settembre e farà ritorno a casa solo nel 1945, in condizioni di salute irrimediabilmente compromesse.
Nel marzo del 1943 è nel comitato organizzativo degli scioperi. Dopo il 25 luglio 1943 viene assunta al reparto collaudi Fiat. Partecipa attivamente alla Resistenza compiendo azioni di propaganda e di sabotaggio per conto del Partito socialista, entra nel Cln di fabbrica, opera nelle Sap (Squadre di azione patriottica) e nei Gruppi di difesa della donna. Collabora, in particolare, con Pinuccia Scotti, sua compagna di partito. Al momento della liberazione di Torino, la Frizziero accoglie i partigiani che entrano alla Fiat con una delle bandiere rosse, che le donne del Cln avevano confezionato.
Nel dopoguerra si ritira dal lavoro in fabbrica e ha una figlia. Nel 1945 entra nella Commissione femminile del Partito socialista, rimanendovi fino agli anni Sessanta. In quegli stessi anni prosegue con la sua attività politica collaborando con la Camera del lavoro e, come volontaria, con la Fondazione Matteotti. Muore a Susa il 12 febbraio 2002.

Ente Responsabile

  • ISMEL