Scheda: Tema - Tipo: Società e costume

Pallamaglio

Il pallamaglio è un gioco praticato in tutta la penisola italiana già dal dodicesimo secolo e probabilmente inventato nel Regno di Napoli. È possibile che il gioco fosse abbastanza diffuso in Piemonte, in particolare negli ambienti di corte e nelle cerchie signorili.


Inizio: 1702

Fine: 1870

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  • sportivo

1. Il gioco

Il pallamaglio è un gioco praticato in tutta la penisola italiana già dal dodicesimo secolo e probabilmente inventato nel Regno di Napoli. Si è diffuso in Francia con il nome di palle-malle e successivamente in Irlanda; nel Seicento arriva in Inghilterra con il nome di pall-mall. Le sue trasformazioni daranno vita a molti giochi diversi come il golf, il maglio, il biliardo da terra, l’hockey su ghiaccio, il cricket, il polo. Per giocarvi occorrono una palla «soda» di piccole dimensioni e di un bastone (il cui peso e la cui curvatura possono variare a seconda del terreno di gioco) che termina con una specie di racchetta formata da corde intrecciate, tenute insieme da una cornice di legno. Con queste lunghe racchette-mazze si deve lanciare la palla dentro un buco o verso una meta costituita da uno o due bastoni piantati in terra o su un cerchio tracciato sul suolo. Il lancio deve essere forte e ben indirizzato, in modo che la palla venga spinta il più lontano possibile e possa raggiungere la meta con il minor numero di lanci possibili, evitando che gli avversari se ne impadroniscano. È possibile che il gioco fosse abbastanza diffuso in Piemonte, in particolare negli ambienti di corte e nelle cerchie signorili, praticato spesso nei cortili dei palazzi nobiliari1.

2. Al Valentino, nel Settecento

Per un gioco del genere occorrono grandi spazi. A sud del castello del Valentino esisteva un’area che per lungo tempo ha mantenuto la denominazione “del pallamaglio”: l’attuale via Morgari, infatti, viene indicata come “ex via del pallamaglio” (lo si può vedere anche in numerose carte dell’Ottocento).
Vi sono tre fasi che individuano l’area del pallamaglio. Dal 1702 il gioco viene ufficialmente autorizzato da Vittorio Amedeo II, dopo aver fatto sistemare l’area; in un documento del 31 maggio 1700 si legge: «Per ricreatione e divertimento pubblico che s’introduchino nel Valentino li Giuochi detti volgarmente delle Bolle, e del Maglio, come si pratticava nel Parco prima che fosse ridotto a coltivo»2.
In questo primo periodo, il gioco viene praticato nei terreni a sud del castello del Valentino, in posizione piuttosto distanziata: lo si può notare nel Plan de la Ville et Cittadelle de Turin del 1705-1706, con l’indicazione “le Mail”3. Nel corso del secolo, l’area destinata al pallamaglio viene spostata nelle immediate vicinanze del castello e viene ingrandita, come si può vedere nella carta Città e territorio di Torino del 17904. Il campo da gioco è recintato e, all’esterno, in prossimità dell’angolo orientale, si trova una cascina. Con il prolungamento del viale dei Tigli (l’attuale corso Massimo) verso sud, oltre il corso San Salvatore (poi viale del Valentino, oggi corso Marconi), il terreno del pallamaglio viene drasticamente ridotto5.

 

3. Al Valentino, nell’Ottocento

L’ultima fase è ben individuata in un disegno degli anni Trenta dell’Ottocento, Tipo regolare del corso del fiume Po nelle adjacenze di Torino desunto dalle carte originale del territorio formate dal sig. misuratore Gatti6: si tratta di un rettangolo recintato compreso tra le attuali vie Valperga Caluso e Ormea, corso Marconi e parte del parco del Valentino.
Nel 1840 abbiamo una notizia dell’area del Pallamaglio nella Descrizione di Torino del Bertolotti:

Usavasi un tempo anche il Pallamaglio ed un luogo presso il Valentino serba tuttora quel nome ad indizio del giuoco a cui serviva d’arena: ora è dimesso del tutto, ed i più ignorano persino che generazione di giuoco egli siasi.7

Data la condizione di inutilizzo dell’area, il re Carlo Alberto ne concede una parte (vicina al castello) alla Regia Società del Tiro a Segno, che vi fa costruire il primo poligono di tiro «in un elegante edificio sul disegno dell’architetto Carlo Sada»8. Nel 1868 il poligono di tiro viene spostato poco distante, nella rimanente area del Pallamaglio, all’angolo tra corso San Salvatore e viale dei Tigli, dove verrà eretto un nuovo edificio con un fronte di cinquantaquattro metri, su progetto di Giovanni Castellazzi, cavaliere e luogotenente del Genio. Nel 1870 l’ex cascina del pallamaglio viene destinata dal Comune alle serre municipali; quando poi, in occasione dell’Esposizione del 1884, si decide di trasferire il tiro a segno al Martinetto, l’area liberata viene occupata dalle serre, per ben quattro isolati9.

 

Note

1. Anna Maria Nadia Patrone, I giochi di palla nel Piemonte del Tardo Medioevo, in Andrea Merlotti (a cura di), Giochi di palla nel Piemonte medievale e moderno, Museo storico-etnografico della provincia di Cuneo «A. Doro», Rocca de’ Baldi (Cn), 2000, p. 62-64.

2. Citato in Costanza Roggero Bardelli, Torino: il castello del Valentino, Lindau, Torino 1992.

3. Asct, Collezione Simeom, D 64-9314.

4. Asct, Città e territorio di Torino, 1790, F.lli Reycends Librari in Torino e in Milano, Collezione Simeom, D 64-9312.

5. Daniele Jalla, Le Serre municipali, in Il museo della frutta «Francesco Garnier-Valletti», Officina Libraria, Torino 2007, p. 61 e n.

6. Asct, Tipo regolare del corso del fiume Po nelle adjacenze di Torino desunto dalle carte originale del territorio formate dal sig. misuratore Gatti, Collezione Simeom, D1824.

7. Davide Bertolotti, Descrizione di Torino, Pomba, Torino, 1840, p. 371. Il volume, interamente digitalizzato, può essere consultato su Google – Ricerca libri o nella biblioteca on line di MuseoTorino.

8. Pietro Baricco, Torino descritta, Paravia, Torino 1869, p. 551.

9. Daniele Jalla, Le Serre municipali, op. cit., p. 61.

 

 

Fonti Archivistiche

  • Archivio Storico della Città di Torino

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Ente Responsabile

  • MuseoTorino