Scheda: Tema - Tipo: Istituzioni civili, militari e religiose

La Chiesa nel Settecento

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Il Settecento fu caratterizzato da lunghe controversie fra i duchi di Savoia e il Papato che terminarono con due Concordati.


Periodo di riferimento: XVIII secolo

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Per quattordici anni, dal 1713 al 1727, Torino rimase senza arcivescovo in  seguito alla controversia che, fra 1694 e 1741, contrappose il Ducato di Savoia e il Papato.

Il contrasto riguardava la nomina dei titolari di vescovadi e abbazie, la tassazione delle terre del clero, il giudizio sulle cause che coinvolgevano religiosi o loro beni.

Un primo Concordato fu sottoscritto da Vittorio Amedeo II nel 1727, ma già nel 1731, ripresero le dispute con Carlo Emanuele III, che si sarebbero risolte in un secondo Concordato, dieci anni dopo.

L’arcivescovo Vibò, legato a Vittorio Amedeo II, si trovò in una situazione difficile all’avvio della controversia; nel 1713, alla sua morte, non potendosi scegliere un successore senza l’intervento di Roma, la diocesi fu retta dai vicari Carroccio e Tarino sino al Concordato, quando fu nominato monsignor Gattinara.

Sotto di lui furono riorganizzate le circoscrizioni parrocchiali e ne furono svincolate le confraternite, con l’intento di accentrare il controllo sulle realtà religiose urbane. Gli succedettero Roero di Pralormo, filogesuita e conservatore, Rorengo di Rorà e il moderato Costa d’Arignano, tutti impegnati ad affermare pratiche religiose sempre più canoniche e definite.

Dopo la conciliazione, i sovrani riconobbero l’importanza della Chiesa per legittimare la dinastia, pur non divenendone succubi. Nel 1728 fu istituita la carica di grande elemosiniere, preposto alla Cappella regia e alla custodia della Sacra Sindone; nel 1730 fu istituita la congregazione di Superga, il luogo di sepoltura dei re.