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CAPITOLO XVIII.

E

N

pUÒ dirsi che la

più

antica ed insign e reli–

quia conservata nel du omo torinese sia quella di

San Secondo martire e duce della legione T ebea.

Brevità 'ci vieta di entra re qui nelle intri cate

questioni relat ive al martirio de l Sa nto e di

chiarire come esso potesse dirsi

duce,

sebbene

primicerio

o du ce della leg ione T ebea mar tiriz–

zato . in Agaun o fosse Sa n Mau rizio; di pr o–

vare come più veros imile che Secondo sia stato

duce della secon da leg ione T ebea Massimiana

accorsa da Aquil eia in aiuto della prima e tru –

cidata e dispersa per via a pie' delle Alpi nel

versante italiano; di mostrare come l'autore degli

atti del nostro Santo , assoc iando ne la vita a

quella di San Maurizio, abbia confusa in una le due legioni alterando il

senso e la lett era di atti

più

antichi ed autentici oggi sma rriti'.

Ma per seguire qui solamente le vicende della reliquia ricorderemo

come, poichè San Secondo fu ucciso presso il castel Vittumul o o Cesareo,

oggi frazione dett a San Secondo posta tra Dorzano e Sa lussola nella

diocesi biellese, il suo corpo fu dai cristiani po rtato a Tor ino e sepo ltovi

fuori mura sulla sponda della Dora R iparia dove ope rava miracoli. Colà

stette in ap posi ta basilica, da lui intitolata, fino al

906

in cui add ì

2 I

di maggio Guglielmo vescovo di Torin o, volendo probabilmente sottrarla

alle incursi oni dei Saraceni, trasport olla de ntro le mura della città e la·

depose nel duomo di Torin o. Vuolsi però credere che allora, o poco

dopo, fossero distolte . e date alcune parti della lipsana ai monaci della

Novalesa, e fra l'altre il capo , il quale, trasportato nel lor o monastero ,'