

21 2
Il Du om o d i Torin o
vi ebbe uffiziatura e vi stette fin presso al 10 6 I in cui fu dat o proba–
bilme nte ad un vescovo di Ventimiglia venuto a consecra rv i alcuni altari
ed a se nte nziare tra i cano nici di Oulx ed il clero di Santa Mari a di
Susa. Per tal g uisa pa ssò a Ventimiglia il capo del Santo che i Venti–
migliesi pretesero fosse stato martirizzato in qu ella loro città anzichè nel
cas tel Vittumulo.
Le rimanenti parti della lipsana stavano nel du omo torinese il
25 di marzo de l 1039
( I).
Nel 1422 addì 22 di mag gi o il ves covo ed
i ca no nici domandar ono aiuto al Comun e pe r fabbri carl e il reliquiari o di
cui abbiamo già detto (2). Il 5 d i aprile 1432 Caterina ved ova di Al essio
De Broxul o dava al Capitolo alcune terre
/Jel servizio del!' altare nuova–
mente eretto nel duomo ad onore del glorioso martire Sa lt S econdo
( 3). Nel
sinodo del 30 aprile 1465 si ordinò, forse per la prima volt a (4) , che
la festa ciel Santo fosse celebrata in' moclo so lenne, e qu ella ciel 1502
proclamò ques ta festa. Gli sta tuti cap ito lari ciel 1468 mandavan o al sac rista
tenesse accesa la lampada clavanti al corpo di San Seconclo clurante la
notte in sacrestia ( 5) . T ra le feste ob bligato rie sta bilite dal Con siglio
comunale il 17 maggi o 1482 vi era qu ella di San Seconclo (6), e il
sinodo ciel 150 2 l'annoverava pure tr a le fest e so lenni e cii precetto da
celebra rs i con rit o di prima classe ecl ottava.
Q uanclo il vecc hio du om o fu atterrat o Ìe reliqui e furon o trasportat e
col re liquiario nel cas tello di Vinovo; ma rito rnarono nel du omo R over esco
e furono deposte nell'armadio so pra l'altar e del coro di cui abbiamo fatto
cenno . Il 23 d i agosto ciel 1520 il Capitolo ne died e- una cos ta a Carlo III
ciuca cii Savoia ( 7) . Stavan o pur sempre in qu ell'armadio nel 1584 (8),
nel 1586 ( 9) e nel 1590 ( IO). Ne ll'atto so lenne di ricon oscimento fattone
adclì 8 febbraio 159 1 se ne noveravan o 28 e nel 1593 ve ne era no 27
insigni con due framme nti ( I I ). Il visita to re ciel 16 I 9 le tro vava nel
consueto ar maciio dal quale se ne tolse una pa rticella che fu data a Ca–
terin a di Spagna vedova d i Ca rlo Ema nuele II il IO di settembre 163 2,
così a vendo ordinato il papa con breve del 2
I
mag gi o di quell'anno ( 12).
Poco clop o le riman enti reliquie furono tr asportate all'a lta re di San Se–
condo dove stavano nel 17 27 e dove so no tuttodì , tolt on e un frammento
che fu da to alla chiesa cii San Secondo di T ori no in qu esti ulti mi anni.
Già abbiamo detto de lla mascella
~
un San Giovanni po rtata nel
cluomo torinese dal vescovo Landolfo fra il 101 0 ed il 10 21 e come essa
vi fosse addì 25 cii marz o ciel 103 9. Ma niun altro cenno ne tr ovammo
fatto dappoi.
Ne l 1586 ( 13) vi stava un a reliquia del dito di San Giovanni Bat–
tista rinchiusa in un picco lo reliqu iario che si po rta va in processione coi
corpi dei Santi Stefano, Gervasio e Protasio. Il 20 novembre del 1724
Giacomo Barberi , cano nico di Ivrea ed arc ipre te di Cassiu o, don ò al Ca–
pitolo torin ese un frammento del Precursore che era stat o estratto dalla