

CAPITOLO III.
A R I E
ipotesi potrebb ero farsi sulle origini della
chiesa parrocchiale di
Santa ;lfaria de
dompuo,
Taluno
opinò
che fosse stata eretta da san
Massimo , come quegli che dott ament e aveva
predicato il culto, la vergin ità e l'immacolato
concepimento di Maria
( I ).
Ci pare invece probabile che alludasi· a
qu esta chiesa negli
A tti di San Secondo
scritti
intorno al ' mille ( 2) e fors 'an che nel
906
(3) ;
poichè
i med esimi, detto
del Santo e del culto resogli nella basilica ercttag li fuori di Torino
sulle sponde della Dora Riparia, sogg iungono che
in eglial modo ancora
dentro i suoi ciaustri
(di T orino)
nel!' oratorio della
S~nta
lIfadre di
Dio e semp re verg ine lIfaria, si operano mira colose grazie.
Imp crocch à
ed al sep olcro della cristianissima e ,santa cultrice di D io, Giuliana, che
quivi
è
p osto,
accorro no i devoti veneratori... (4).
Vero
è
che la dizione di questo testo non
è
chiara, laond c tal uno
pensò che l'oratorio di Santa Maria. posto
intra ipsius claustra
(di To–
rino ) potesse sorgere a mo ' d'altare nella chiesa abbaziale dei Santi So–
lut orc , Avv entore ed Ottavio eretta da santa Giulian a fuori delle mura
clclla città , tra porta Marm orea e porta Segusina (5) . Ma, pcr g iungere
a tale ipotesi, sarebbe d 'uopo mutare
Yintra
in
iuxta,
poichè
la chiesa
cii San Solutore era
iu.xta,
e non
intra daustra
d i Torin o, cioè fuori
mura. Che se la pa rola
nani
(imperocch è) parrebbe colleg are il culto
e la tomba della beata Giuliana coi miracoli che opravansi nell'oratorio
della B. V.
in tra ipsius claustra ,
tale particella però fu evidentemente
usata dal barbaro scritt ore quale sinonimo di
atque,
Non vuoi si poi confondere
Santa Maria de
dompuo
(6) con la
basilica cardinale di Santa Maria ricordata nel 997 ( 7) , la quale inti-