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CAPITOLO IV.

L III A G G l O R

numero delle chiese torines i durò povero di

sacri arre di fino alla prima metà del qu attrocento. Basta a

testimoniarcelo la visita pas torale fatt a dal vescovo Giòanni nel

1368 ( 1)

al du omo ed alle pri ncipali chiese della città, e lo

statuto capitolare del

1277 ,

che costrinse i canonici ad aiuta re

ogni anno la sacres tia .di trenta soldi di viennesi, ai quali ne

doveva aggiungere altrettan ti chi si fosse asse ntato dal coro

più di sei mesi. Nè si trova cenno di altre largizioni oltre

qu ella d'un calice d ' argento del va lsente di cento soldi di '

vienn esi donato al Cap itolo da Alasina La R oba nel

1349 ( 2);

di un a pisside d 'argento fino del peso di cinq uanta oncie, do–

natole dal vesco vo Gioanni nel

1388 (3) ;

di un pas torale e

di un p aramentale completo regalati dal medesimo in anno

ign oto

(a) ,

Ne l

1404

Ludovico di Sa voia principe d i Acaia invitava

la crede nza torin ese a far lavorare un braccio nel quale si

custodi ssero certe reliquie che eg li aveva clate al Capitolo (5).

Le bolle del papa Eugenio IV ciel

1432

clep loravano peranco

la povertà di libri , cii calici e cii ar redi; nè 'frutt ò g uari alla

chiesa la eredità del vescovo Aimone oberata cii clebiti (6) .

Ma il governo ciel vescovo Ludovico segnò un notevole

progresso. Volgenclo eg li a Roma nel

1443,

clonò alla chiesa (7)

una mitra nuova inge mmata ci perle e cii diasp ri, una fibbia

fogg iata a specchio o scucletto e riccament e ingemmata da

affibbiarne il pluvi ale (8) , un grosso anello ponti ficaie e sei paramentali

completi cii seta bianca.