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CAPITOLO V.

I L

vecchio du omo ricco di libr i liturg ici, cora li

e di diritto civile e canonico.

?:

noto che i monaci de lla ovalesa, fug–

g iti in Torin o per scampa re alla rabbia dei

Saraceni, diedero in deposito, e poscia in pe–

g no, seimila e seicento volumi al pr eposto Ri –

colfo ( I) , il quale, non soddisfatto , se li ritenne ;

e vuolsi che sì ricca collezione fosse da lui deposta nell' Ar –

chivio capitolare ( 2). Si affermò anzi, non sappiamo con qual

fondamento di verità, che il vescovo Land olfo e l'arcidiacono

Ottone, vissuti nel

1096,

abbiano dato al Capit olo altri vo–

lumi (3) .

Fu alluminato nel secolo

XI

o nel pr ecedente un g rosso

volume in pergamena serbato tuttodì nell' Archivio capit olare,

fregiato di grandi lett ere unciali, e contenente la

Genesi,

l'

Esodo,

il

L euitico,

i

Nunrert,

il

Dentcronomio,

il

Libro di Giosuè,

que llo dei

Giudici,

di

Rutll,

dei

Rc,

di

Isaia,

di

Geremia,

di

Ba

meli

,

le

Profeeic di Da vide

ed il

Saiterio

,

preceduti dalla

nota lett era di San Gerolamo (4). Nelle lett ere un èiali sono

effigiati Geremia, Isaia , un re con paggio ed un angelo che

scende -dal cielo e due personaggi, e nel

Deuteronomio

il Padre

Eterno che parla ad alcuni ascoltanti. Il tipo delle figure, i

fregi a disegni geometrici, gli abiti e

il

carattere appartengono

al fare bizantino ed hanno riscontro in codici dei primi anni

del secolo

XI,

conservati nell'Archivio capi tolare d 'I vrea. Ma

s'ignora quando questo codice sia venuto al Capitolo tori–

nese (5). Da esso furono tratte alcun e delle iniziali che fregiano questo

scritto.