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C a p ito lo V

6 1

capitolare nel

1505 ( 19)

e che furono venduti con altri sessantatre volumi

nel

1567 ( 20).

Venne pu re da quel ves covo al Capitolo il g rosso messale allumi–

nato a lettere unciali con figure di colore oscuro , dai lineamenti duri e

dall'espression e triste, che si cons erva nel med esimo archivio ; poiché

in fondo alla prima pagina del volum e

è

dipinto lo stemma dei Roma–

g nano fregiato della mitra episcopa le. Pare ne faccia menzion e l' inven–

tario capitolare del

q.67 ,

e che esso fosse un tutto col messale g rande

nuovo che nell'inventario del

q.8

I

leg gesi dat o dal vescovo Ludovico

alla cappella degli Innocenti

( 2

I ),

e che in qu elli del

q. 8

I,

1567

e

157 5

è

descritto fregiato dell'arme del vescovo stesso .

F uro no pure suoi due altr i codici. Uno di essi st a tuttodì nell'Ar–

ch ivio de l Capitolo col titolo di antifonario, scritto in carattere g rosso,

con lettere unciali alluminate a colori vivaci ed a figu re di scuo la fran–

cese

( 22),

fregiato in diverse pagin e della stemma dei Romagnano. L'altro,

che tr ovasi solamente ricordato nel

1481,

nel

1505

e nel

1567 ( 23) ,

era

un br eviario alluminato con lo stemma suddetto, ed era stato legato pa–

rimenti dal vescovo Ludovico al collegio degli Innocenti

( 24) .

Il vescovo di Compey s aggiunse alla racco lta un bellissimo messale

g ra nde cartaceo che si conse r vava anco ra in archivio nel

1505 ( 25)

e

nel

1567.

Ne ll'aprile del

1488

il Cap itolo comprava da F ra ncesc o De Silva

( 26) ,

servitore dei maestri librai Cristoforo e Martino De Sexto da Milano, le

per g amene occ orrenti per trascriver e .un salterio pel quale era stata de–

stinata una somma dal defunto canonico Gioanni De Placenci a

( 27) ,

e le

mandava a Milan o, dove il sacerdote Gioanni Brun e scrisse il testo, Gia–

cobin o Davia o De Via annotò od alluminò la prima parte del Salterjo,

Cristofor o De Sexto l'ultima part e e padre Bartolomeo De Gall arate ne

alluminò i paragrafi

( 28) .

Lo stesso Bartolomeo lavor ò an che in Torin o nel

149

I

a scrivere

ed ann otare un

Proprio

dei

Santi

affida togli dal Capitolo al pr ezzo di

un fiorino per cadun quaderno

( 29).

T rovasi tuttodì nell' Archivio capitolare una bibbia di gra n form at o,

scritta in carattere minuto, con piccole lett er e unciali alluminate, di lavoro

duro e rudimentale e di colorito povero e freddo, che rivela la fine del

tr ecento o la prima metà del quattrocento . Essa appartenne, come si legg e

scritto in fine del volume, ad Anto nio di Romagnan o figlio di Cioann i

Orsino da Cari gnan o

(30),

vice-conservatore dello Studio torin ese, pro–

tonotario ap ost olico , auditor e del cardinale di Sant' E ustac hio (3 I ), eletto

can onico nel

145 6,

prep osto di Chieri nel

1468,

di Barge nel

1485,

cu–

rato di Oulx nel

149 0,

ar cidiac ono di Tor ino dal

1488,

morto nell'agost o

del

1495 ( 3 2) .

E venne pure dai Romagn ano al Capitolo un messale, che vi sta

tuttodì , il quale incomin cia :

/n cipit ardo

111

issalis

,

ed

è

fregiato dell o