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60

Il Duom o d i T orin o

l~

certo invece che il vescovo Tomaso, dei pr incipi d 'Acaia, diede

al Capit olo fra il

134 8

ed il

1362

un g rande messale che si conservava

ancora neli' Ar chivio del duomo nel

148

I

( 6)

e nel

15

0

5 ( 7).

Apparti ene al seco lo

XIV

(8) od al x v un

manuale sccundu tn

US Il111

et

consuet ndine nr ccclesie

taurinensis,

che si conserva nel medesimo ar–

chivio, nel qual e

è

premesso il calenda rio del1a chiesa torinese con la

indicazione dei Santi suoi particolar i e del1e lezioni proprie del loro uf-

fizio (9).

'

Nel1a prima metà del quattrocent o Francesco Rajnaudi da

Villar

basse , pr eposto del duomo, donava al Cap itolo un messale g rande ( IO).

Si trov a pur e cenno di un Gioanni De Desio da Milano mastro

al1uminatore il qual e addì '

6

febbraio del

144 8

ebbe incari co dal Capi –

tolo di scrivere, annotare ed alluminare un antifonar io istoriato a letter e

unciali grosse e minori , e n'ebbe promessa di

250 '

fiorini, oltre l'or o e

le pergamene ( I I), che furongli pagati in qu el1'anno medesimo

( 12):

Il De Desio continuava a lavorare intorn o a qu el1o, o ad un altro

libro di canto

( 13),

nel maggio del

1454,

in cui g li furono pagati cento

fiorini,

~

nell'ann o seguente in cui gli furono inviati a Milano du e ca–

nonici per ritirare i libr i di canto od antifonario da lui scritto e notato;

e per invitarlo a venire col figlio Giacomo in ,T orino a terminarvi l'op era

sua

( 14) .

E gl i inviati rifer iron o ave r pattuito la venuta del De Desio,

al quale fu infatti pagata nel

145 6

una certa somma per l'a ntifonario

( 15) .

Questo lavoro di lunga lena

è

pr obabilmente l'antifonari o diviso in sette

volumi che sta tutto dì nel1 ' Archiv io capitolare

( 16) ,

alluminato a .lettere

unciali , quali maggi ori e quali minori , a disegn o corretto , con fogl iami

poco dissimili fra lor o di stile go tico e di colorito vivace. Il disegno ed

una nota, che reca

in vigilia Sancii foùannis ,

rivelano il carattere del

temp o in cui l'opera fu scritta.

Il Capit olo possed eva nel

1467

nove messali, tre br eviari , uno dei

quali mun ito di catena, tre salterii, nove episto larii, dodici antifonarii, un

altro grande, un g raduale, tre libri di canto, una bibbia di gran formato,

undi ci leggend arii, un 'esposizione del Vangelo, un volume di discorsi, du e

di omelie, il libro di Ge remia, la regola ' di san Basilio, un 'epistola d i

san Gerola mo, ed altri ancora che form avano in tutto una col1ezione di

sessantasei volumi .

Nel1 'ann o seguente i canomci fecero trascriver e su voIumett o car–

taceo illustrato con lettera unciale g li

statuti

del Capitolo, riveduti ed

approvati dal vesco vo Ludovico il

7

di otto bre del

146 8 ;

volume che

si conserva tuttodì nel lor o archivio .

Lo stesso vescovo legò nel

1468

alla Canonica tutti

I

suoi libri di

diritt o ecclesiastico ed un pontifìcale grande

( 17) ,

vietando esportarli dalla

biblioteca, e permettendo solamente mutuarli con cauzione a quelli fra i

Romagn anò che volessero giovarsene per conseguire la laurea

( 18) .

È

pro babile che abbiano app artenuto a questa collezione i

20

volumi di

diritto muniti dì' cat ene, ed altri

17

che esistevano ancora nel1'Arch ivio