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L.
Fll.IPPI
:
Cesare Battisti.
Paravia e
C .
Colle
zione » Vite ». Torino 1929. XI-149 con nume
rose illustrazioni. L. IO.
La collezione « Vite », che la benemerita casa
Paravia ha iniziata da alcuni anni sotto ottimi
auspici, si è arricchita con questo volume di un
lavoro veramente buono e degno dell’alta figura
studiata.
L'autore, per celebrare il Martire trentino, non
ha fatto delia letteratura : ha lasciato che gii
avvenimenti parlassero di per se stessi con la
loro nuda e lapidaria eloquenza. Tracciata rapi
damente la storia del Trentino sino allo scoppio
della guerra, illustra acutamente il carattere e la
mentalità delle varie classi sociali : la stanchezza
degli anziani, gli entusiasmi e le delusioni dei
giovani, il gioco dei partiti, la crisi di apatia che
poco dopo il 1900, fallite le agitazioni per l’L'ni-
versità italiana a Trieste e per l’autonomia am
ministrativa del Trentino, minacciava di som
mergere ogni generosa aspirazione.
Si afferma in questo momento il Battisti. Nato
il 4 febbraio 1675 a Trento, e laureatosi nel 1897
presso la facoltà di lettere dell'istituto di Studi
superiori di Firenze (durante l'anno scolastico
1894-95 il Martire frequentò l’Università di To
rino) si era, a vent anni, votato alla lotta politica
e allo studio della sua regione sotto l’aspetto
geografico, etnografico e storico, cercando nella
indagine scientifica gli elementi che poi dovevano
giustificare la sua appassionata azione politica.
Il 7 aprile 1900 uscì il primo numero del quoti
diano » Il Popolo » fondato dal Battisti, al quale,
per qualche tempo, collaborò anche Benito Mus
solini. Con esso Battisti si affermò capo del Par
tito Socialista trentino : ma il suo assoluto disin
teresse personale, la nobiltà delle sue intenzioni,
la sua profonda coltura, lo posero presto fra i
primissimi della vita locale e gli guadagnarono
la stima e il rispetto anche degli avversari.
Intanto Egli riuscì a dare al socialismo tren
tino un contenuto nazionale : e alla borghesia
e al partito liberale non si peritò di offrire e chie
dere alleanza per combattere la santa causa co
mune. Con l'uso delle libertà in esso connatura
te il popolo avrebbe ricavata una maggiore stima
di ne stesso e una maggiore coscienza delle pro
prie responsabilità : miglioramento delle condi
zioni economiche, e conquista delle libertà poli
tiche. Per Battisti queste premesse umanitarie
sociali e nazionali erano indispensabili perchè -1
suo Trentino rivivesse, e per attuarle tutti i par
titi dovevano agire in concordia : la lotta per il
trionfo dei singoli programmi sarebbe venuta
poi, quando il minimo indispensabile fosse stato
raggiunto.
Il socialismo di Battisti si anima così di pas
sione patriottica e diventa di fatto un nuovo par
tito nato dalla fusione delle vecchie idee liberali
trentine con le nuove correnti democratiche-
sociali diffuse in Italia dopo il 1896.
Molto acutamente il Filippi rileva che sotto
questo aspetto l'azione del Battisti rassomiglia a
quella svolta da Benito Mussolini dopo il
1914.
Il Filippi definisce Battisti come l'ultimo ro
mantico della politica italiana : ed effettivamente
Egli non fu il politico arido e calcolatore che nel
primo decennio del secolo si usava, ma l'apostolo
caldo e appassionato, l'uomo che in ogni uomo
vedeva un fratello, l’uomo auspicante vicino il
giorno in cui i lamenti del popolo miserando,
degli emigranti lontani « si cambino nell'inno
» sonoro della pace, nell'affascinante inno della
ii vittoria. Vittoria sopra i pregiudizi secolari,
» sopra ingordigie prepotenti, e pace fra le na-
« zioni, fra chi vive al di qua e al di là delle
« Alpi, pace fra tutti gli uomini, non intenti a
» lotta accanita fra loro, ma a sfruttare gli eie-
« menti e a strappare alla natura tesori per il
« bene comune ».
A questa visione ideale dell'avvenire il Battisti
ispirò la sua azione e da essa trasse forza
quando, il
10
luglio
1916.
alle
4
del mattino, sulle
balze di Monte Como porse i polsi alle manette
austriache.
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