Caffè Torino
Dal 1934 nei locali di piazza san Carlo, fra i camini e i fregi dorati delle discrete salette e nel vivace dehors, il Caffè Torino è un intramontabile salotto di eleganza subalpina che ha visto avvicendarsi clienti illustri.
1. Cenni storici
Il caffè apre nel 1903, addossato al convento dei Padri Serviti della chiesa di San Carlo, all'incrocio tra via Roma e via Alfieri, all'angolo della piazza, soprannominato per la sua collocazione café d’la Sacrestia.
All’inizio degli anni Trenta, con il rifacimento di via Roma l’immobile in cui era ospitato viene sventrato per far spazio al nuovo portico. Nel 1934 il caffè si trasferisce quindi sotto i portici di piazza San Carlo e rinnova il suo arredo interno, riprendendo negli scaffali, nei banconi, nei caminetti e nelle specchiere i temi del barocco piemontese, recuperando anche alcuni elementi e attrezzature della vecchia sede, compreso il registratore di cassa di produzione americana.
Salotto pubblico molto amato dal principe Umberto I di Savoia, dopo la guerra, da cui uscì miracolosamente indenne, il Caffè Torino conobbe negli anni ’50 una nuova stagione “glamour”. Illustri i frequentatori: da Pavese a Macario, da Einaudi a De Gasperi. Ma anche i miti del cinema: James Stewart, Ava Gadner, Brigitte Bardot.
Rinomato per il caffè, i bonbons e i pasticcini, verso la fine degli anni Settanta ha ampliato l'attività con il ristorante L'Infernot.
I restauri del 1998 hanno ridato colore agli stucchi, alle dorature e agli affreschi deteriorati dal tempo, sostituito tessuti ormai sbiaditi con stoffe francesi e inglesi. A un gusto più recente rimandano le eleganti suppellettili in alpacca argentata di produzione dei Fratelli Calderoni, dei tardi anni Trenta: zuccheriere, teiere, brocche e cioccolatiere; gli arredi esterni con le belle sedie in ferro sono della ditta Fornasetti
Davanti alla porta d’ingresso, a terra, il toro rampante in lastra di ottone, un talismano torinese che porterebbe fortuna pestandolo in un posto delicato.
2. Arredi
La devanture è stata completamente rifatta nel 1948: è composta da semplici e raffinati serramenti in ottone e vetrine in luce; sono ricollocati a parete i lampioni recuperati della vecchia facciata di primo Novecento. Più moderna è invece la dotazione di sedie in ferro, della ditta Fornasetti, per il dehors.
All'interno, il locale si sviluppa su tre piani collegati tra loro da una scenografica scala elicoidale in marmo rosso e bianco collocata al fondo del salone centrale, dall'aerea ringhiera a girali in ferro illuminata da un'immensa vetrata.
L'allestimento degli anni Trenta è in stile neosettecentesco per gli arredi interni fissi e mobili: marmi pregiati, lampadari sontuosi, specchiere dorate, medaglioni dipinti, il lungo bancone di legno e marmo finemente intagliato arredano gli ampi ambienti riproponendo lo stile aristocratico del salotto piemontese. Provengono dalla sede precedente un ridotto numero di arredi, attrezzature e specchiere e il calcolatore di cassa di inizio Novecento, di fabbricazione statunitense.
Bibliografia
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2001 , pp. 43, 60, 65, 73, 86-87, n. 23 p. 258
- Pensato, Anna Maria (a cura di), Caffè storici in Piemonte: alberghi, caffè, confetterie e ristoranti dell'Associazione Locali storici d'Italia, Centro di documentazione Torino in Europa - Celid, Torino 2003 , pp. 58-61.
- Negozi e locali storici di Torino, Archivio storico della Città di Torino, Torino 2006 , n. 54 pp. 96-97
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe in Piemonte: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2008 , n. 231, p. 107
- Ronchetta, Chiara (a cura di), Le botteghe a Torino: esterni e interni tra 1750 e 1930, Centro studi piemontesi, Torino 2008 , 43, 60, 65, 73, 86-87
Sitografia
Fototeca
Ente Responsabile
- MuseoTorino, 2017