Scheda: Oggetto - Tipo: Oggetto storico-artistico

Luci d’Artista Richi Ferrero Il Giardino Barocco Verticale

L’opera “Il Giardino Barocco Verticaledi Richi Ferrero fa parte delle Luci d’Artista dal 2015, nasce dal desiderio di reinterpretare la presenza del giardino barocco originale quale citazione dello 'spazio onirico'.


VIA VITTORIO ALFIERI 6

Realizzazione: 2013

Data di riferimento: 2015
Dall'edizione del 2015/2016 entra stabilmente a far parte di Luci d'Artista

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  • arte urbana

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  • Luci d'Artista

01. Il Giardino Barocco Verticale

L’opera, ospite di Luci d’Artista nel 2013 e nel 2014, entra a far parte stabilmente della manifestazione dal 2015. Si trova nel cortile interno di Palazzo Valperga Galleani in via Alfieri 6, un edificio privato magnificamente ristrutturato di recente e diventato un condominio (The Number 6) citato come esempio di riqualificazione a livello internazionale. “Utilizzando la luce, Richi Ferrero ha attivato un recupero importante che, avvalendosi della leggerezza delle emissioni luminose, restituisce alla memoria quello che era il segno caratteristico delle aree comuni rappresentate dal giardino ormai scomparso e dal cortile tutt’ora esistente seppur rimaneggiato. Un disegno di pietre e di luce del cortile, realizzato con 748 barre in resina di sassi luminosi e 300 metri di nastro illuminato, ricrea un classico modello barocco, con ciottoli grigi azzurrati e dalle tonalità più calde color sabbia che si abbinano a colori di luce attentamente miscelati. Sopra di essi l’albero, ombra maestra di ogni giardino, è ricostruito in acciaio e sospeso nell’aria, tra il primo e il terzo piano: 520 kg di ferro zincato compongono il tronco e il braccio che lo sostiene. L’albero si sviluppa in altezza per oltre 6 metri con un diametro massimo di 5,30 metri, mentre il braccio di sostegno è lungo 4,30 metri. Ogni ramo ha una luce e ogni luce cambia colore. I 13 rami principali sono realizzati con 590 kg di tubi in inox, con 78 puntuali luminosi alimentati da 180 alimentatori. Al calare della luce diurna, l’albero illumina la corte ridisegnata con i ciottoli luminosi. Intorno e sopra l’albero i segni si semplificano, il giardino sale, citato nelle 82 fioriere aromatiche illuminate da 246 led a luce calda e fredda e sospese ai lunghi balconi, a loro volta arricchiti da 230 metri di miniflux di luce calda. Alla sommità il giardino si apre nella magnificenza dei pensili floreali dialoganti con il cielo: mentre il giorno impone la sua luce naturale, permettendo la crescita di piante e fiori, è ancora un lavoro di illuminazione ad esaltare la poesia di queste aiuole sospese tra terra e cielo, finché l’oscurità ne permette il quotidiano riposo. Il Giardino Verticale si chiude con elementi triangolari, decorati dal verde ricascante, che a sbalzo fanno capolino dalla quadratura alta del palazzo, e aprono al cielo determinando quella liaison indispensabile all’equilibrio formale dell’opera” (1).

02. Luci d’Artista

Luci d’Artista è una manifestazione nata nel 1998 da un progetto di illuminazione pubblica realizzata in occasione delle festività natalizie. In seguito al successo ottenuto nel 1997 con il Presepe di Emanuele Luzzati in piazza Carlo Felice, la Città di Torino ha esteso l’iniziativa a diverse piazze e vie del capoluogo subalpino. Sono stati invitati artisti italiani e stranieri per interpretare le illuminazioni non come semplici decorazioni ma come opere d'arte, dando vita a un grande evento culturale, a un percorso espositivo d’arte contemporanea che, con l’impiego della luce, coniuga arte a paesaggio urbano e favorisce l’incontro tra il grande pubblico e la creazione artistica. La rassegna è in continua evoluzione: aumenta il numero degli artisti coinvolti, cambiano le vie e le piazze che ospitano le opere per creare uno spettacolo sempre nuovo e diverso di illuminazione scenografica della città.

 

03. Richi Ferrero (Torino, 1951)

Figura poliedrica dai molteplici interessi, Richi Ferrero in trent’anni di attività ha percorso un cammino artistico che ha sempre sconfinato tra diversi generi: teatro, cinema, arti figurative, land-art, uso della luce, allestimenti museali, caratterizzandosi come artista nel senso più ampio del termine.

Nato a Torino nel 1951, inizia a lavorare in campo teatrale nei primi anni Settanta quando fonda, con gli attori del gruppo Zoo di Michelangelo Pistoletto, la compagnia di ricerca Il Granserraglio.

Dal 1984, anno in cui allestisce Set nell’ambito del Festival Internazionale Cinema Giovani, Ferrero è noto al pubblico soprattutto per le sue installazioni di teatro urbano: grandiosi eventi teatrali nei quali il palcoscenico è la città, gli attori sono manichini o marchingegni spettacolari, e la "scena" pare immobile, congelata in un istante particolare. Attraverso queste esperienze Ferrero teorizza la "drammaturgia della fissità", filo conduttore e filosofia portante di tutta la sua produzione successiva, creando situazioni dove non c’è azione teatrale, ma l’azione è bloccata in un momento significativo del suo svolgersi, sono gli spettatori a costruire il racconto.

Nell’ambito dell’utilizzo della luce, sperimenta nuovi sistemi d’illuminazione, collaborando con importanti realtà private e pubbliche, specializzandosi nell’illuminazione di opere d’arte e monumentali, oltre che di spettacolo. Sua è l’illuminazione monumentale della Chiesa della Gran Madre di Torino, primo esempio di criteri d’illuminazione teatrale applicati ad un monumento: gli elementi architettonici diventano attori su una scena. In occasione dei Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 ha illuminato con i medesimi criteri gran parte della monumentalità delle città di Torino e Rivoli.

All’iniziativa torinese Luci d’Artista, dal 1998 Richi Ferrero partecipa con grandi installazioni imperniate sulla struttura di una gru edile: l’opera del 2000, Lucedotto, è divenuta permanente.

Nel 1998 Ferrero allestisce il Museo della Sindone, nel 2000 il museo del Forte di Exilles e nel 2002 il museo di Pinerolo, sperimentando l’applicazione dell’esperienza teatrale in un campo completamente nuovo.

All’insegna del Gran Teatro Urbano, quindi, come recita il nome dell’associazione artistica da lui fondata nel 1996, l’artista continua a spaziare dalla regia all’installazione urbana, all’allestimento e alla scultura ambientale e tende a trasformare gli interventi temporanei in opere stabili sconfinando sempre più nell’arte visiva. Proprio in questo settore il Gran Teatro Urbano sta attualmente muovendo i suoi passi alla ricerca di creazioni artistiche capaci di interpretare, attraverso un’opera installativa e scultorea, il gesto teatrale nel suo momento drammaturgico più alto, coinvolgendo emotivamente il pubblico e portandolo ad una partecipazione attiva nel percorso narrativo suggerito dall’opera stessa. (2).

 

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